Si fa luce sul tesoro trovato in un campo. Ha mille anni. Il Contenitore percorse 6700 chilometri. Parlano gli archeologi

Dieci anni fa, nel 2014, il cercametalli Derek McLennan fece una scoperta straordinaria nelle verdi campagne della Scozia meridionale, rinvenendo uno dei più importanti tesori vichinghi mai trovati nel Regno Unito. Questo tesoro, noto come il “Tesoro di Galloway”, si rivelò essere una collezione di inestimabile valore, con oltre 5 kg di argento, oro e altri materiali preziosi.

A un decennio dalla scoperta, nuove analisi hanno portato alla luce dettagli sorprendenti: parte della collezione proviene dall’Asia occidentale, in particolare dall’attuale Iran. La distanza tra Iran e Scozia, sulle strade attuali, è di 6700 chilometri.

L’elegante contenitore oggetto dello studio. Esso racchiudeva il tesoro @ National Museums Scotland

Uno degli oggetti più affascinanti del tesoro è un ampio recipiente d’argento con coperchio, che fu trovato avvolto in antichi tessuti al momento del ritrovamento. Questo è un fatto estremamente raro in archeologia, tanto che la superficie del recipiente è stata inizialmente visibile solo attraverso scansioni a raggi X. Le recenti ricerche condotte dagli esperti del National Museums Scotland hanno confermato che il contenitore proviene dalla regione centrale dell’Iran, un indizio della straordinaria portata del commercio e delle reti di contatto esistenti oltre 1.000 anni fa. Il vaso giunse nel Galles e venne successivamente utilizzato per nascondere un tesoro.

Il vaso è decorato con motivi iconografici tipici dello Zoroastrismo, la religione di stato dell’Impero sasanide, l’ultimo grande impero persiano prima delle conquiste musulmane del VII secolo. Le raffigurazioni di corone, altari del fuoco, leopardi e tigri presenti sul recipiente sono infatti simboli unici e insoliti in Europa occidentale, ma strettamente legati alla tradizione culturale e religiosa persiana. Gli esperti sono riusciti a rimuovere parzialmente e a conservare i tessuti che avvolgevano il vaso, pulendolo poi accuratamente con l’uso di laser che hanno eliminato ogni traccia di corrosione, rivelando i dettagli del disegno originario.

Il dottor Martin Goldberg del National Museums Scotland ha dichiarato che questa scoperta è “un’ulteriore prova della natura cosmopolita del tesoro di Galloway”, sottolineando come l’argento vichingo fosse spesso riciclato da monete e oggetti provenienti dall’Inghilterra altomedievale. La presenza di un oggetto proveniente dall’Iran nel tesoro vichingo trovato in Scozia evidenzia la complessità e l’ampiezza delle connessioni culturali e commerciali dell’epoca.

Il tesoro, datato intorno al 900 d.C., sarà esposto per la prima volta al pubblico la prossima settimana presso il British Museum di Londra, nell’ambito della mostra dedicata alle Vie della Seta. Altri oggetti del tesoro di Galloway saranno esposti a lungo termine al National Museum of Scotland di Edimburgo, mentre una selezione sarà visibile alle Kirkcudbright Galleries.

La dottoressa Sue Brunning del British Museum ha espresso il suo entusiasmo per l’imminente esposizione, dichiarando: “Siamo lieti che i visitatori della mostra Silk Roads saranno i primi al mondo a vedere questo importante oggetto del tesoro di Galloway.”

Sono decine gli oggetti in oro, argento, vetro, cristallo, pietra e terracotta scoperti nel vaso, in un terreno appartenente alla Chiesa da un appassionato di metal detector e da alcuni religiosi dai quali era accompagnato. Grande interesse suscita un singolare balsamario in cristallo di rocca e oro.

Recuperato, dopo aver svolto con estrema attenzione il panno prezioso nel quale era avvolto da 1100 anni, lo straordinario contenitore inciso e scolpito nel cristallo di rocca e circondato da un’elegante struttura d’oro.

Il tesoro era nascosto, in buona parte, nel vaso d’argento cesellato, con dorature a livello del coperchio. Tutto – nel momento in cui il tesoro fu interrato – era stato riposto in una borsa con triplo strato di cuoio, rifinita, all’interno, in seta.

Il contenitore in cristallo di rocca, dopo il restauro. Foto courtesy Nel Hanna National Museums Scotland

Particolare attenzione è stata posta nei confronti di vasetto di cristallo di rocca, contenuto nel grosso vaso. Si ritiene che l’oggetto – alto 5 centimetri – sia stato assemblato, come uno straordinario elemento di gioielleria liturgica, attorno al IX secolo dopo Cristo forse a partire da un contenitore di cristallo di rocca d’epoca romana.

Sull’oggetto – che richiamerebbe il capitello di una colonna – è stata trovata anche una scritta riferita al committente dell’opera. L’iscrizione latina sulla base, enunciata in lettere d’oro, si traduce come “Il vescovo Hyguald mi ha fatto fare”. Da ciò si può arguire che il prezioso recipiente sia stato un dono personale del presule, probabilmente a una chiesa o a un convento.

Il vasetto potrebbe stato utilizzato come piccolo contenitore per l’olio santo, durante gli spostamenti del celebrante. Va rilevato il fatto che, poiché sono andati perduti gli elenchi dei vescovi di quell’epoca e di quella zona, successivamente all’810, non è per ora possibile avere qualche informazione ulteriore sull’identità del vescovo donatore.

Nel punto del ritrovamento del tesoro, oggi non sorgono costruzioni, ma sono stati trovati diversi indizi che farebbero pensare ai resti di un edificio di legno, forse un convento.


Cos’è il cristallo di rocca?

Il quarzo ialino, comunemente detto anche cristallo di rocca, è una varietà completamente incolore di quarzo. Di solito è perfettamente trasparente, con aspetto simile al vetro e al cristallo artificiale, da cui si può distinguere facilmente, come tutte le sostanze minerali, per la sensazione di freddo che provoca al saggio con la lingua.

Considerato per secoli un materiale dotato di formidabili poteri magici e apotropaici (forse anche in virtù delle sue ben note proprietà piezoelettriche, condivise con ogni quarzo usato in elettronica), il cristallo di rocca era ritenuto una pietra dalle capacità ipnotiche e divinatorie, capace di indurre la trance (ad esempio attraverso la famosa sfera di cristallo) e per tali motivi trovava impiego nell’occultismo.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa