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Posts published in Novembre 2019
Il giovane artista, che ha ricevuto la menzione speciale e il Premio finalisti Nocivelli 2019: "Strata” è un progetto di fotografia partecipata. Le persone ritratte sono abitanti del Carmine di Brescia, quartiere che ospita più di 10 etnie, attualmente in via di riqualificazione. I documenti sovrapposti corrispondono alle mappe del luogo nel corso di diversi secoli fino al giorno d’oggi. L’artista organizza un momento di collettività in una comunità frammentata, chiedendo agli abitanti di creare un’opera a partire dal proprio ritratto e documenti storici. La tecnica è la cianotipia, impiegata con il nome di blueprint nella progettazione urbanistica, e qui applicata al ritratto. Un’edizione dell’opera viene quindi donata all’Artoteca della città, dando a tutta la città la possibilità di fruire gratuitamente l’opera nella propria abitazione"
Mercoledì 27 novembre 2019, il Teatro Sociale di Brescia aprirà il sipario in uno spettacolo-denuncia dal titolo “Lei e il mostro, sette coreografie per dire no alla violenza sulle donne.”
Il secondo tempo dello spettacolo di danza contemporanea le ballerine, guidate da Orietta Trazzi, rappresentano le sei mogli vittime del sovrano Enrico VIII. Sei sono anche i coreografi curatori Michela Busi, Orietta Davoli, Antonella Massussi, Stefania Talia e Gioele Antonioli, tutti bresciani impegnati nel rappresentare la storia di ogni donna che parla di un amore spesso solo sognato e talvolta violato.
Qui certamente nessun problema che i Netter sono certamente tutti buoni e nessun falso anche se a noi ‘jeune femme assise au corsare bleu’ n° 55 del catalogo, ricca sicuramente di pedigree, non piace per niente (de gustibus…). Poi - in realtà prima - i disegni di Modì pescati tra gli oltre quattrocento di quella che, in origine, fu la collezione di Paul Alexandre. Ad eccezione di una notevole cariatide e di un paio di altre prove quelli esposti ci paiono tra i meno significativi. Qualcuno brutto senza remore (tra tutti il nudo allungato -cat. 30-) e, a nostro avviso, indegno della celebrazione del centenario dell’artista. Si favoleggia che Paul Alexandre recuperasse le copie che Amedeo lasciava in giro per i tavolini dei bistrot. Leggenda?
Il giovane vincitore della Coppa Luigi, al Premio Nocivelli 2019: " Si inizia da collage di vecchi, abbandonati disegni/progetti di architetti. Andando avanti si sovrappongono lucidi di odierne planimetrie di geometri e architetti mischiati con altrettanti lucidi di schemi di impianti elettrici (elaborati in digitale e stampati) e veri e propri circuiti stampati recuperati da materili di recupero (circuiti chiamati pcb situati comunemente all'interno delle tastiere del computer) il tutto accompagnato da sprazzi di pittura e schizzi di disegni a matita. Un dialogo tra lo spazio e la forma, il vecchio e il nuovo, lo scarto e il funzionale, il tecnologico e l'analogico, fanno emergere un immagine apparentemente antica di contadini. Il contadino simboleggia lo sforzo, il sacrificio e la forza di sopravvivere. La stessa sopravvivenza che l'artista vive costantemente per rimanere onesto con la propria sensibilità attraverso la ricerca di un archetipo".
Il giovane artista, terzo nella sezione scultura al Premio Novicelli 2019: "L'opera è composta da tre pezzi di grondaia, uniti mediante dei bulloni, fissati al muro tramite due barre di ferro. All'interno delle due grondaie più esterne vi sono inseriti due neon. Con quest'opera, composta da elementi di recupero, voglio fissare i momenti, apparentemente insignificanti, delle persone. La solitudine notturna è uno di quei momenti di riflessione che tutti noi viviamo da soli, in compagnia di altre persone non sarebbero importanti ne ci servirebbero. Attraverso le installazioni prendo questi attimi una volta finiti e li rendo fruibili a tutti, così da scatenare un'emozione privata in pubblico".
La giovane artista, terza nella sezione pittura al Premio Nocivelli 2019: "La mia ricerca si sviluppa attraverso la rielaborazione di immagini e suggestioni provenienti dai luoghi del mio vissuto, frammenti che quotidianamente colgo mediante la fotografia, per poi rievocare tracciando nuove relazioni e contenuti. Raccogliere immagini in grande quantità, anche inerenti lo stesso soggetto a distanza di tempo, mi aiuta a creare una sorta di album visivo da cui poi estrapolo il materiale che andrà a comporre i miei spazi. Durante questo processo utilizzo in particolar modo il disegno, con cui accosto e rielaboro situazioni originariamente disconnesse tra loro e in cui la rilettura personale, l'emergere di ricordi e di suggestioni oniriche, genera connessioni e significati nuovi, talvolta inaspettati"
Gianluca Morini, il giorno fu pieno di gelo, ma ora arriva la sera. Fotografare mondi lontani-vicini
Il giovane artista, terzo nella sezione fotografia del Premio Nocivelli 2019:"Trovo che tutto questo lavoro sia nato come un tentativo di prendere contatto e consapevolezza in primis con quello che è il mio territorio, quello dove sono nato e cresciuto, per poi arrivare ad analizzare un concetto di Italia più distante, decisamente più stereotipato, concetto che spesso ho sentito di far mio. I miei non sono di qui, e arrivato a una certa età ho avuto la percezione che il mio rapporto con questo luogo fosse esclusivamente dovuto al fatto che ci sia nato, senza avere un vero e proprio coinvolgimento emotivo e culturale. Conseguentemente ho avuto il bisogno di prendere contatto con le cose, con gli elementi della mia routine, col concetto d’Italia che sentivo di avere".