di Elena Charlotte Rainelli
Palazzo dei Diamanti, ha reso omaggio- dal 22 settembre al 6 gennaio 2019 – , al grande maestro francese Gustave Courbert (1819/1877), dopo circa cinquant’anni dalla retrospettiva di Villa Medici, con un itinerario organizzato dalla fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, a cura di Dominique de Font-Réaulux, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludermacher e Vincent Pomarède.
La mostra “Courbert e la natura” ha inteso presentare la creatività e la volontà del pittore francese di scostarsi dai canoni classici e di focalizzare il suo sguardo alla realtà del paesaggio pronto a cogliere il rapporto tra l’essenza dell’Arte e il motivo poetico della Natura.
I 49 capolavori rappresentano la bellezza della manifestazione del dialogo di Courbert con un ingresso lirico dei suoi dipinti di Natura, in cui si coglie la sensazione olfattiva delle foglie bagnate, con foreste coperte da muschio e valli profonde, nel contrasto con aride rocce della “Franca Contea”, riferimento intimo al paese natio del pittore. Ci si inoltra di seguito ad rapporto misterioso di paesaggi di grotte, fonti d’acqua, sorgenti per poi passare a spettacolari onde e violente tempeste del mar di Normandia per concludere con i capolavori di maturità e di successo dell’artista, caratterizzati da rappresentazioni di scene di caccia e colline innevate con animali selvatici.
La famosa tela “La quercia di Flagey”, pianta cara all’artista, rappresentata saldamente radicata al suolo; si trovava nella fattoria di famiglia a Flagey. La leggenda vuole che il pittore sia nato proprio qui durante il viaggio della madre verso Ornans. E’ il classico autoritratto “in assenza”: la quercia, albero possente, da sempre adorata per l’imponenza del suo tronco e delle sue fronde, nonché per il suo legno resistentissimo è legata all’immagine del vigore fisico e morale. Il dipinto rispecchia il forte narcisismo e temperamento di Courbert. La forza dell’albero secolare è strettamente legata a quella del genio dell’artista.
Uno dei temi legati al pittore è la continua ricerca di una correlazione tra i misteri della natura e la spontaneità del corpo femminile. Per Courbert, un profondo magnetismo attrae l’uomo verso la natura come l’amante verso l’amata. La natura è la madre voluttuosa che accende la passione dei suoi amanti e l’Arte è il frutto di questa relazione. Nelle opere dell’artista, l’essere umano, in figura di donna diviene natura e questa nelle sue rappresentazioni di sorgente, cavità, grotta diviene il simbolo dell’attività e del desiderio umano. Courbert non idealizza la donna senza veli come musa o fonte d’ispirazione né la demonizza come nella tradizione giudaico-cristiana. La donna incarna la forza della natura nella spontaneità dei suoi movimenti, tema espresso nei suoi dipinti come “La sorgente” e la “Giovane bagnante”.Le donne sono sospese nella vegetazione nell’imminenza di immergersi nella fonte illuminata da specchi di luce.
L’acqua è un elemento legato al pittore. Courbert provò sempre un’attrazione irresistibile per l’acqua, al punto che persino la sua morte, per idropisia, è segnata da questo elemento liquido.
Nelle serie “Le onde e le Marine”, la spatola e l’uso uso di un impasto denso sono protagonisti della creazione di un mare tempestoso, con inquadratura molto ravvicinata, a ridosso dell’acqua. La corposità delle onde e del mare burrascoso e la carica d’ intensità tra cielo e orizzonte caratterizzano l’incontro dell’artista con i paesaggi della Normandia. L’incontro con l’oceano emana sia pace tramite tramonti cangianti che terrore, attimi in cui il mare si esprime tramite violente tempeste che tolgono il respiro.
L’arte realista di Courbert ebbe influenza su diversi pittori a lui successivi, specialmente impressionisti, e su Manet e Cézanne.
«La pittura è un’arte essenzialmente concreta e può consistere solo nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti. Un oggetto astratto, non visibile, non rientra nel dominio della pittura. L’immaginazione nell’arte consiste nel saper trovare l’espressione più completa di una cosa esistente, ma mai nel supporre o creare questa stessa cosa. Il bello è nella natura, e si incontra nella realtà sotto le forme più diverse. Non appena lo si trova, esso appartiene all’arte o piuttosto all’artista che sa vedervelo. Il bello, come la verità è una cosa relativa al tempo in cui si vive ed all’individuo atto a concepirlo. L’espressione del bello è in proporzione diretta alla potenza di percezione acquisita dall’artista. Non possono esserci scuole, ci sono solo pittori».(Gustave Courbert)
Courbet, l'acqua è donna. Onde, fonti, mare, grotte, ninfe-bagnanti tra realismo e spirito romantico
Nelle opere dell'artista, l'essere umano, in figura di donna diviene natura e questa nelle sue rappresentazioni di sorgente, cavità, grotta diviene il simbolo dell'attività e del desiderio umano. Courbert non idealizza la donna senza veli come musa o fonte d'ispirazione né la demonizza come nella tradizione giudaico-cristiana. La donna incarna la forza della natura nella spontaneità dei suoi movimenti, tema espresso nei suoi dipinti come “La sorgente” e la “Giovane bagnante”.Le donne sono sospese nella vegetazione nell'imminenza di immergersi nella fonte illuminata da specchi di luce