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Tra i più antichi Memento mori, cioè le rappresentazioni che ricordano ad ogni uomo che dovrà morire, va menzionato certamente il mosaico (cm 47 x 41) trovato a Pompei e oggi conservato al Museo archeologico di Napoli.
Questo genere di composizioni saranno riprese sia durante il Medioevo che, in modo più raffinato, nel periodo barocco. L’opera è di semplice lettura anche perché i simboli, grazie al recupero archeologico del linguaggio antico, sono rimasti invariati per circa due millenni.
La ruota è la fortuna. La fortuna della vita. Essa gira fino a quando l’uomo è vivo e può sospingerlo, per puro caso o per qualche piccolo merito, orientandone il corso, verso la ricchezza – rappresentata dal bel mantello, alla nostra sinistra o verso la povertà (gli abiti rudi, la bisaccia, il bastone del povero e del vagabondo). Comunque sia è sempre il caso, considerata la circolarità della ruota, a creare una fortuna – anche economica – all’individuo o a costringerlo nella povertà assoluta. La volontà umana può mutare parzialmente il destino, riducendone l’esposizione al caso e al Caos. Il modo per non essere schiacciati dall’eccessiva fortuna o finire nel disastro della povertà è quello di cercare di viaggiare in un punto equidistante dall’una e dall’altra In qualche modo questa rappresentazione ci ricorda anche che, durante il percorso terreno, l’esposizione alle bizzarrie della Fortuna può essere limitata, staccandoci dai due lati opposti della carreggiata.
In medio stat virtus (o anche in medio virtus stat) è una locuzione latina ben nota, il cui significato letterale in italiano è: «la virtù sta nel mezzo». Per quanto si viaggi nel mezzo, comunque, la vita ha una fine.
Giunta la morte – il teschio – la ruota si ferma e nulla ha più valore. La morte rende equidistanti dalla ricchezza e dalla povertà, che perdono ogni significato. Quando il filo (in alto) si distacca dal supporto vitale a cui siamo legati, nulla ha più valore.
Solo Psiche, la fragile anima-farfalla, è viva, nonostante sia schiacciata dal teschio. E’ fragile come una farfalla, che vive pochissimo, ma muta al di là della morte. Il mosaico proviene da un triclinium di una casa pompeiana, dove si consumavano i pasti. Un modo per ricordare al proprietario e ai commensali di non eccedere, come uomini, e di non affidare alla fortuna, totalmente, il proprio destino.