MARCO DEMIS E LE VISIONI SEDUCENTI
Cominciamo dalle radici. Nelle tue opere, i riferimenti ai grandi pittori del passato sembrano palesi.
Ho guardato e guardo molto ai Primitivi italiani, a Botticelli, a Bellini (ma anche, nel Novecento, a Modigliani e a Morandi). Credo che la nostra pittura di tradizione sia – o almeno, lo è stata per me – un criterio oggettivo di confronto. Prescindere da essa non si può, salvo scivolare in una dimensione artistica diversa, quella del design e dintorni. E nei miei lavori più recenti, l’attenzione al classico è andata facendosi ancora maggiore.
C’è, tra i critici, chi ti ha inserito nel novero degli artisti “folk” italiani, con riferimento al fenomeno del New Folk, che in America riguarda pittori i quali, rifuggendo strumenti espressivi diversi dalla pittura, sono inclini ad una narrazione attenta all’interiorità, alla semplicità, ad una “visionarietà delicata”. Ti riconosci in questo contesto?
Nei miei dipinti, in effetti, prevale un’atmosfera metafisica. Prevale il non detto, il sospeso. Mi affascina il pensiero di Baudrillard, a proposito dei meccanismi inafferrabili e misteriosi della seduzione. Mi sento lontano anni luce da una pittura invasiva, provocatrice. Una pittura che proprio non mi appartiene.
E della definizione – per me incomprensibile – di artista pop, che mi dici?
Credo ci si riferisse ad aspetti formali, per via di una certa somiglianza tra i volti dei miei personaggi e quelli dei manga giapponesi; non ad altro.
Anche tu, come la tua collega Elisa Anfuso, di cui parliamo in queste stesse pagine, ambienti spesso i tuoi quadri nel mondo dell’infanzia. Perché?
Perché è il mondo che più efficacemente mi consente di ricreare le atmosfere dimesse e rarefatte che prediligo, quelle più vicine alla mia sensibilità.
Le tue tele – sempre di piccolo o medio formato – si affidano ad una rigorosa e coerente scelta cromatica, modulata su codici invariabili dall’evidente portato simbolico ed evocativo. In tale contesto, tutto è affidato ai toni.
Sì, la mia è pittura tonale (non per nulla, citavo Bellini tra i miei grandi punti di riferimento: e Bellini è stato l’“inventore” della pittura tonale). Fanno eccezione, per certi versi, le figure in primo piano, che rilevo un po’ di più con il colore, per evidenziarle, distaccandole dalla campitura del fondale.
Marco Demis è nato nel 1982 a Milano