Mirò, il colore dei sogni. Siamo innocenti col sorriso sulle labbra. Le opere in mostra

Ad essere particolarmente documentati nella mostra allestita a Mamiano di Traversetolo sono gli ultimi decenni di attività dell'artista con tele di grande formato e poetica bellezza con l’uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli o la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste

Alla Fondazione Magnani-Rocca un’originale mostra su Miró, curata da Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione, col contributo di studiosi spagnoli e italiani. “Miró. Il colore dei sogni”, questo il titolo dell’esposizione, si potrà ammirare nella sontuosa “Villa dei Capolavori” di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, dall’11 settembre al 12 dicembre 2021.

Joan Miró nell’atelier Sert, Palma di Maiorca 1957. Photographic Archive Francesc Català-Roca. Archivio Successió Miró

“Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”: così il poeta Jacques Prévert descriveva Joan Miró, celeberrimo artista spagnolo vissuto in una delle epoche più fervide della storia dell’arte. Arte, la sua, fondata non tanto sull’immagine tradizionale, quanto su sensazioni, emozioni immediate e suggestioni: colori brillanti e forti contrasti, linee sottili e soggetti allucinati e onirici.

Joan Miró, Femme, oiseaux, constellations, 1976, olio su tela. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró. © Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021

“Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) dipinge ispirandosi – annota Roffi – alle forme della natura, ma anche alla musica; per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Egli aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Un rapporto fra pittura-musica-poesia che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca”.

Joan Miró, Femmes et oiseaux II, 1969, olio su tela. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró. © Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021

La mostra, realizzata in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, attraverso cinquanta opere fra gli anni Trenta e gli anni Settanta per la gran parte a olio su tela, propone un percorso che, orchestrato come una partitura musicale, evidenzia la sfida continua operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale, “con opere come Cheveaux mis en fuite par un oiseau dove Mirò letteralmente massacra – evidenzia il curatore – la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l’Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”.
Joan Miró, Le Chant de l’oiseau à la rosée de la lune, 1955, olio su cartone. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró. © Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021

Ad essere particolarmente documentati in mostra sono gli ultimi decenni di attività di Miró, con tele di grande formato e poetica bellezza come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune, e i temi ricorrenti che egli reinventa con frequenza – con l’uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli o la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste – nello stesso tempo sottolineando influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani. La pittura di Miró tende all’astrazione; tuttavia nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permane quasi sempre una traccia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri presenti in mostra fanno pensare a cieli stellati, come Personnage, oiseau, ètoiles del 1944 o Après les constellations del 1976.
La strepitosa attività di illustratore di Mirò è rappresentata nell’esposizione al massimo livello, grazie al libro d’artista con testi poetici di Tristan Tzara Parler seul (1950), con settantadue tavole a colori dell’artista catalano, esposte in grandi teche.
Joan Miró, Peinture, 1973, olio su tela forata. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró. © Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021

Trasgressivo e anticonformista, l’artista affianca alla sua anima più contemplativa una poetica unitaria tra sogno e colore, così da sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e originale. Come affermava Mirò: ‘Una semplice pennellata può dare libertà e felicità’.
“Visitare la mostra significa – conclude Stefano Roffi – viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte”.
Joan Miró, Personnage et oiseaux devant le soleil, 1976, olio su tela. Foto Gabriel Ramon. Archivo Successió Miró. © Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021

Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta saggi di studiosi spagnoli, tedeschi e italiani; si segnalano quelli sul rapporto fra Miró e la musica, e fra Miró e l’Italia, entrambi a firma di Joan Punyet Miró, nipote dell’artista, oltre al saggio del curatore e a una particolare intervista che Miró rilasciò a Walter Erben nel 1959; inoltre, nella tradizione delle mostre e dei cataloghi della Fondazione Magnani-Rocca, Mauro Carrera indaga l’attività dell’artista come illustratore.
Joan Miró, Femme et oiseau X, 1960, olio su tela grezza. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró © Successió Miró ADAGP, Paris, by SIAE 2021

La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.
Media partner: Gazzetta di Parma.
Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

Info e prenotazioni: info@magnanirocca.it Tel. 0521 848327 / 848148
www.magnanirocca.it

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Maurizio Bernardelli Curuz
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