Un’escursione, ma con l’occhio attento ed esercitato. Stavano percorrendo, per una semplice passeggiata, uno dei sentieri dell’immediato entroterra di Levanto – all’altezza del Monte delle Forche – Matteo Scardovelli, dottore di ricerca in Arte Paleolitica e Marta Mingucci naturalista e Guida Ambientale Escursionistica del Parco delle Cinque Terre, quando, risalendo una scalinata rustica, si sono accorti che una delle pietre dei gradini era lavorata. Così si sono fermati e l’hanno osservata con attenzione. La scheggia di arenaria reimpiegata per lo scalino mostrava segni che compongono un volto, realizzato con lo stile delle statue steli, e una frattura che risultava antica.
I due giovani studiosi hanno avvertito la Soprintendenza che ha proceduto alle ulteriore verifiche e alla messa in sicurezza del pezzo archeologico. Il frammento appartiene a una statua stele dell’eneolitico (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). La pietra è stata studiata dal direttore del Museo delle statue steli lunigianesi di Pontremoli (MS), dott. Angelo Ghiretti, e dal prof. Enrico Giannichedda, che diresse anni fa gli scavi di un sito dell’età del Bronzo (Monte delle Forche) non distante dal punto di ritrovamento.
“E’ un frammento delle testa di una statua che doveva essere alta circa un metro e mezzo – ha detto il direttore del museo della Lunigiana, un centro di studi specializzato nelle statue steli – La testa era ad arco semicircolare; sulla superficie del volto, volutamente abbassata, si notano gli occhi, in mezzo si trova un segmento rettangolare, in rilievo, corrispondente al naso. Si tratta probabilmente di una stele di tipo B, secondo la classificazione di Augusto Ambrosi, e pertanto può risalire all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). In Lunigiana, ovvero nella terra che nel Medioevo dipendeva dall’antica diocesi di Luni, si sono rinvenute fino ad oggi 83 statue di questo tipo. Quella di Levanto è l’84° esemplare ed è particolarmente interessante perché è la più occidentale; infatti, fino ad oggi, i ritrovamenti non andavano oltre il sito di Zignago – Novà”.
Nei giorni scorsi, durante un incontro pubblico sul ritrovamento, funzionari della Soprintendenza hanno sostenuto che“poiché la scoperta fortuita è stata immediatamente comunicata alla Soprintendenza, ottemperando agli obblighi di Legge, gli scopritori hanno senz’altro diritto al premio di rinvenimento”.
Ha circa 5000 anni la testa di una statua stele nella quale si erano imbattuti due escursionisti su un sentiero
La pietra scolpita era stata utilizzata per sistemare una scala tra il verde. Piena conferma di autenticità da parte del museo della Lunigiana. La Soprintendenza: “Poiché la scoperta fortuita è stata immediatamente comunicata alla Soprintendenza, ottemperando agli obblighi di Legge, gli scopritori hanno senz’altro diritto al premio di rinvenimento”