Il capo della Cupola. Scoperta dagli archeologi la tomba istoriata di un alto burocrate di 3200 anni fa

Costruita come una villa, con un edificio che conteneva diversi cortili interni, l'ultima dimora del responsabile del Tesoro di quell'epoca esibiva realmente il cupolino piramidale di pietra. La narrazione della sua vita attraverso incisioni. I dipinti parietali

In copertina e nella pagina la Tomba di Ptah-M-Wia, Saqqara. Foto: courtesy Ministero delle Antichità, Egitto
Nelle scorse ore il Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto ha annunciato che una missione dell’Istituto Archeologico dell’Università del Cairo ha scoperto a Saqqara, la tomba di Ptah-M-Wia, un alto funzionario dello Stato al tempo di Ramses (1279 a.C.- 1213 o 1212 a.C.).
Saqqara è una vasta necropoli situata a 30 km a sud del Cairo.

Ptah-M-Wia – che aveva il titolo di scriba reale, cioè un super-notaio, che conosceva molto bene scrittura e calcolo, era il responsabile di quello che oggi definiremmo Ministero del tesoro. Inoltre era sovrintendente del bestiame e responsabile delle offerte al tempio di Ramses II a Tebe. Tanto denaro circolava per le mani di questo potente “servo dello Stato”.
La sua tomba è stata portata alla luce dagli archeologi in una zona della necropoli nella quale venivano sepolti i grandi burocrati e gli alti funzionari della XVIII e XIX dinastia. In quest’area sorgeva anche la tomba di Haremhab, generale dell’esercito egiziano.

Le tombe degli alti burocrati erano costruite seguendo lo stesso modello architettonico, probabilmente ispirato alle abitazioni di rango. Il modulo costruttivo utilizzato per costoro presentava un edificio che conteneva l’atrio-ingresso e aveva diversi cortili interne. Le decorazioni variavano, naturalmente, secondo la persona che vi era sepòlta. La tomba di Ptah-M-Wia termina sul lato ovest con un santuario degli dei, coronato da un pyramidion, cioè una cuspide piramidale realizzata in un blocco di pietra monolitica. La stessa punta che veniva messa in cima alle piramidi e agli obelischi.

Nella zona d’ingresso sono incise scene che raccontano la vita e le imprese del proprietario della tomba (nella foto qui sopra). Nella sala successiva le pareti sono intonacate e dipinte con scene sacrificali, che culminano con il dipinto parietale che raffigura la macellazione di un vitello. Alcuni pilastri della tomba sono caduti e ora giacciono nella sabbia. Saranno recuperati e assemblati nei prossimi mesi. Quindi verranno ricollocati nei punti occupati in origine.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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