Brescia dedica uno spettacolo all’artista Giovanni B. Tomasoni, indimenticabile uomo di cultura e di creatività

Ogni suo impegno risultava totalizzante. Tom era una persona splendida e un ottimo artista. Pacato, dolce, timido ed espansivo al tempo stesso, creativo e sistematico nella sua apparente asistematicità, sempre pronto a correre il rischio dell'avventura intellettuale, a salvare qualcuno, a prestare la sua forza fisica e morale per far sponda all'imponderabile, a rassicurare e a condividere

Con lo spettacolo PAROLE NOTE con Maurizio Rossato e Giancarlo Cattaneo, stasera 17 dicembre alle 21, Brescia ricorderà, in occasione di quello che sarebbe stato l’anno del suo settantesimo compleanno, l’artista Giovanni B. Tomasoni (1951-2004). Tomasoni lavorò molto anche con noi, a Stile arte, quando la testata era ancora un cartaceo, mettendo a disposizione la sua competenza grafico-estetica, e non solo. Crescemmo insieme, quando il sogno di giovani-adulti traeva ancora linfa dalle utopie cavalleresche dell’adolescenza. Venivamo da un mondo che credeva nelle utopie intellettuali. E nei progetti condivisi.
Ogni suo impegno risultava totalizzante. Tom era una persona splendida e un ottimo artista. Pacato, dolce, timido ed espansivo al tempo stesso, creativo e sistematico nella sua apparente asistematicità, sempre pronto a correre il rischio dell’avventura intellettuale, a salvare qualcuno, a prestare la sua forza fisica e morale per far sponda all’imponderabile, a rassicurare e a condividere.

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Giovanni B. Tomasoni, (Brescia il 17 giugno 1951 – 6 novembre 2004) alla fine degli anni ’60 tiene le prime mostre in scuole,bar e fabbriche, con opere che risentono del fermento sociale e politico. Agli inizi degli anni ’70 avviene l’incontro con un maestro della pittura bresciana, Ugo Aldrighi, che risulterà determinante per la sua crescita artistica.
La prima mostra personale si tiene nel 1975, negli spazi della Piccola Galleria di Brescia.

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Con il tempo, nella sua opera affiorano in modo sempre più marcato le problematiche del vivere per giungere ai disagi dell’animo più sottili, più subdoli ma proprio per questo non meno violenti. Dopo un susseguirsi di personali e collettive a metà degli anni ’80 il lavoro di Tomasoni prosegue per alcuni anni più silenzioso. Egli abbandona totalmente la vicenda figurativa per affrontare con rigore gli itinerari dell’informale e della materia , assumendo il nero come emblema e sigillo, autentico motivo conduttore del suo agire creativo.
Nel gennaio del 1995, Tomasoni rompe il silenzio, inaugurando con una significativa rassegna una stagione costellata di numerose mostre, stagione proseguita senza interruzioni portando le sue opere oltre che in numerose località italiane, anche fuori dei confini del Paese.
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Nel 1998 compie il primo viaggio in Africa e da questo momento la produzione artistica sarà dedicata o influenzata dall’incontro con questo continente. Dal ’98 al 2004, viaggia in Africa realizzando collezioni artistiche presentate in varie mostre fino alla sua ultima realizzazione: il libro “Trame. Il sublime e la luce. Memorie dal Senegal”. Raccolta fotografica e di opere artistiche presentata il 5 novembre 2004 al Museo Peggy Guggenheim a Venezia. Terminata la presentazione che ne consacrava la figura nel tempio veneziano dell’arte novecentesca, Tomasoni rientrava a Brescia alla guida della sua auto, con la moglie, Valeria, e con il vice-direttore di Stile, Enrico Giustacchini. Mancavano poche decine di metri all’uscita autostradale di Brescia Est, quando la vettura fu violentemente tamponata e l’artista morì.
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Tomasoni ha sempre creduto nella multidisciplinarietà: spinto dalla passione per musica, cinema e teatro, egli ha sempre ritenuto fondamentale l’intersecarsi delle diverse discipline, motrici di rinnovati stimoli creativi. Si è sempre occupato di televisione e pubblicità, di teatro, come scenografo. E’ stato direttore artistico della casa editrice Comunicare, per la quale curava in particolare i progetti ed il coordinamento artistico del periodico d’arte “Stile”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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