Dopo le statue degli schiavisti puntano ora a togliere dal suolo pubblico le statue della Madonna

In Francia iniziano le imposizioni di rimozione da parte dei giudici. Stanno sbullonando qualcosa di più ampio di una scultura in sé, con un atteggiamento che non esiteremmo a definire culturalmente primitivo. Ciò che viene sbullonato è un intero universo culturale che, all'atto della sbullonatura, sarà meno libero di esprimersi e maturerà un senso di colpa e di inadeguatezza.

Può sembrare una questione marginale, quella della rimozione delle statue che si moltiplica, dall’America al vecchio continente. Ma se fosse una questione marginale – sotto il profilo politico e sociale – gli organizzatori dei processi di revisione del giudizio morale sulle persone effigiate non dedicherebbero tanta forza e determinazione nel portare avanti un movimento che non conosce ciò sia la storicizzazione.

Stanno sbullonando qualcosa di più ampio di una scultura in sé, con un atteggiamento che non esiteremmo a definire culturalmente primitivo. Ciò che viene sbullonato è un intero universo culturale che, all’atto della sbullonatura, sarà meno libero di esprimersi e maturerà un senso di colpa e di inadeguatezza.

E’ chiaro che il disegno è preciso. In questo disegno si inserisce un nuovo capitolo che è relativo alla rimozione delle statue religiose. In queste ora si presentano due casi, in Francia, in due diversi Comuni.

“Dopo la decisione del tribunale amministrativo di Nantes in merito allo sbullonatura della statua dell’Arcangelo Saint-Michel a Sables-d’Olonne, in Vandea, sarebbe ora la volta della statua della Vergine Maria a La Flotte?”. si chiede Le Figaro.

Tutto si basa sul fatto che in Francia è proibita l’installazione di statue religiose in spazi pubblici. Un antico lascito del giacobinismo iconoclasta e del positivismo massonico d’inizio Novecento, che toglieva anziché sommare. Ora alcuni gruppi premono per la rimozione di tutte le statue cristiane. Le comunità locali resistono, ma i tribunali diverranno inflessibili.

A La Flotte sono sconcertati. Nell’altra località francese stanno cercando di reagire, ma non avranno molte speranze.
Il sindaco di Sables-d’Olonne desidera chiedere il parere direttamente agli abitanti., attraverso una sorta di referendum. Ma il referendum stesso non avrà valore, rispetto al pronunciamento dei giudici. Ricordiamo che il 16 dicembre il tribunale amministrativo di Nantes ha ordinato alla città di rimuovere la statua entro sei mesi. Les Sables-d’Olonne presenta ora ricorso contro questa sentenza. E conta i voti a favore della permanenza della Madonnina.
Chiedendo la rimozione di questa scultura, l’associazione per la difesa della laicità “Libre Pensée” ha invocato la legge del 1905, che vieta l’installazione di un monumento di natura religiosa in un luogo pubblico.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz