Milano e l’anfiteatro romano in città. Recuperate le fondazioni. Ora diventa un giardino archeologico

Per dimensioni era il terzo anfiteatro dell'Italia romana dopo il Colosseo e l'anfiteatro di Capua. Era situato fuori dalle mura romane di Milano, in prossimità di Porta Ticinese romana. Realizzato nel I secolo d.C., venne distrutto nel 539 nell'assedio durante la guerra gotica

L’area dell’anfiteatro romano è uno dei cantieri archeologici più estesi e ricchi di rinvenimenti degli ultimi anni. Qui è in corso la realizzazione di PAN Parco Amphitheatrum naturae, il più vasto parco archeologico di Milano, situato nel cuore della città.
I lavori, promossi e diretti dalla Soprintendente Antonella Ranaldi in accordo con il Comune di Milano, sono realizzati con finanziamenti del MiC (Ministero della Cultura) e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private: TMC pubblicità e Prelios, per gli scavi archeologici Italia Nostra e per il restauro dei reperti ceramici e le indagini Unipol Assicurazioni.

L’anfiteatro della città romana di Mediolanum, l’odierna Milano, avendo un’ellissi di 155 x 125 metri, era il terzo anfiteatro per dimensioni dell’Italia romana dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua. Era situato fuori dalle mura romane di Milano, in prossimità di Porta Ticinese romana. Realizzato nel I secolo d.C., venne distrutto nel 539 nell’assedio durante la guerra gotica.
Come tutti gli edifici analoghi presenti nelle altre città romane, ospitava combattimenti di gladiatori nonché spettacoli di venationes e naumachie. Durante queste ultime l’anfiteatro veniva allagato.

L’area dell’anfiteatro romano, prima degli scavi. Il parco era frazionato e ampie aree del sedime erano escluse dal parco e abbandonate
La zona dell’anfiteatro, dopo il recupero del sedime originario e gli scavi
Gli scavi 2021 al centro dell’area archeologica. I resti delle gallerie ipogee sotto all’arena, di servizio per gli spettacoli da dove a sorpresa uscivano le belve. Le gallerie ampie m 3,60 attraversavano l’arena lungo gli assi maggiore e minore, formando quasi un cardo e decumano sotterraneo.

L’area già come si presenta oggi a cantiere aperto prefigura il grande parco e la forma dell’Anfiteatro. Grazie ai lavori, iniziati nel dicembre 2018, il parco dell’Anfiteatro ha raddoppiato la sua estensione, da mq 12.500 a mq 22.300. L’ampliamento è stato possibile annettendo le aree limitrofe e abbandonate su via Conca del Naviglio (mq 6.050) occupate da una selva spontanea e infestante, e quelle su via Arena già del vivaio Riva (mq 3.750). In questo modo è stato recuperato l’intero sedime dell’Anfiteatro antico di mt 150 x 120 e creato il più vasto parco archeologico di Milano.

Il progetto dell’anfiteatro viridarium, redatto dall’architetti Attilio Stocchi. Così sarà valorizzata l’area

Spiega la Soprintendente Antonella Ranaldi: “Il parco rifiorirà più grande in un innovativo progetto di Archeologia green empatico con il luogo e la sua antichità e nello stesso tempo innovativo e contemporaneo nella forma iconica dell’ellisse di PAN Parco Amphitheatrum naturae dell’architetto Attilio Stocchi: un grande giardino ispirato ai viridaria antichi, con nuove piantumazioni 105 alberi e mq 1700 di siepi di bosso, ligustro, mirto che rievocano la pianta dell’Anfiteatro, a delineare il sedime e l’orma dell’anfiteatro perduto a contorno e completamento dei resti archeologici riportati in luce”. Un percorso anulare di alberi alti segnarà l’ellisse esterno dell’Anfiteatro e l’invaso dell‘intera estensione con l’arena destinata a spettacoli. Un progetto di land art che recupera il tema della simbiosi tra natura e antichità, verde e ruderi, che tanto ha ispirato la letteratura e l’arte. Un verde evocativo dell’Anfiteatro perduto. Il “Colosseo” milanese sarà green.

Il progetto ha l’obiettivo ambizioso anche di riqualificare l’intera zona, d’importanza strategica negli itinerari culturali e turistici della Milano romana. L’Anfiteatro è vicinissimo alla Basilica di San Lorenzo Maggiore, costruita alla fine del IV secolo con i blocchi di pietra dell’Anfiteatro, visibili nei sotterranei e anche accessibile ai visitatori dell’antico Mausoleo imperiale ottagonale poi Cappella di Sant’Aquilino, di cui sono stati ultimati di recente i restauri. Anche l’eccezionale portale di età Flavia ornato dalle corse di bighe e quadrighe guidate da divinità astrali, reimpiegato in Sant’Aquilino, viene molto probabilmente dall’Anfiteatro.

Un fil rouge lega l’Anfiteatro alla basilica paleocristiana di San Lorenzo, attraverso le sue pietre reimpiegate nella costruzione della basilica. Le pietre perdute dell’Anfiteatro si potranno vedere visitando Sant’Aquilino in San Lorenzo Maggiore. Dall’innovativo e green PAN si raggiungerà San Lorenzo e i percorsi della Milano romana e paleocristiana, così ricchi in questa zona in un parco urbano archeologico di dimensioni straordinarie, proseguendo nel parco delle Basiliche, dietro a San Lorenzo dove si vede la vista più bella della Basilica con i suoi corpi satelliti intorno. Da San Lorenzo proseguendo al Carrobbio si potrà raggiungere San Sepolcro, dove era il foro della Milano romana, nella visita alla cripta di recente restaurata dalla Soprintendenza.

Le nuove fermate della metropolitana M4 De Amicis-Anfiteatro e Vetra-San Lorenzo contribuiranno a favorire l’accessibilità. Proprio nei mesi del lockdown in piazza Resistenza partigiana nei lavori M4 sono state scoperte possenti strutture in grandi blocchi in ceppo che formavano gli argini dei canali, realizzati con gli stessi blocchi usati in San Lorenzo provenienti dall’Anfiteatro. La struttura verrà smontata e ricollocata nel Parco dell’Anfiteatro

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Maurizio Bernardelli Curuz
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