Oggi verrà mostrata la spada di 3300 anni fa trovata da un escursionista sul Monte Baldo-Garda

Le sue caratteristiche rinviano a un preciso modello, quello delle spade “a lingua da presa”, che caratterizzano le culture materiali di quell'epoca, nell’Italia settentrionale e nell’Europa centro-orientale. Il manico veniva fuso con la lama e ciò evitava che la presa fosse più salda e i movimenti più precisi e possenti, al tempo stesso

Sarà presentata oggi al pubblico la spada dell’età del Bronzo rinvenuta casualmente sul Monte Baldo, a un’altitudine di 1360 metri, da un escursionista. Il reperto risale a oltre 3.300 anni fa. L’uomo, che stava passeggiando sulla cima del monte che domina il lago di Garda, ha recuperato l’oggetto, segnalato il punto del rinvenimento e ha consegnato l’arma alla Soprintendenza di Verona. La presentazione avverrà oggi venerdì 6 maggio, alle 17, nell’Auditorium di Palazzo Brasavola ad Avio (Trento).
L’antichissima spada, realizzata in lega di rame e stagno, è praticamente integra. Ha perso soltanto alcuni elementi mobili dell’impugnatura.
Le sue caratteristiche rinviano a un preciso modello, quello delle spade “a lingua da presa”, che caratterizzano le culture materiali di quell’epoca, nell’Italia settentrionale e nell’Europa centro-orientale. Il manico veniva fuso con la lama e ciò consentiva una presa più salda e movimenti più precisi e possenti.

La presenza di oggetti antichissimi nei pressi dei percorsi montani, dei valichi o di cime è probabilmente collegata alla pratica di offerte votive nei santuari pagani. L’arma sarà poi esposta in permanenza nella collezione dell’Antiquarium del Palazzo del Vicariato di Avio.

La presentazione della spada prevede brevi interventi sull’archeologia locale da parte del soprintendente per i beni culturali Franco Marzatico, del direttore dell’Ufficio beni archeologici Franco Nicolis, di Paolo Bellintani, archeologo della Soprintendenza, Marco Avanzini (Muse), Maurizio Battisti (Fondazione Museo Civico Rovereto), Paola Salzani (Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza) e Mara Migliavacca (Università di Verona). L’evento intende sensibilizzare la popolazione alla valorizzazione del patrimonio culturale e restituire alla cittadinanza un bene archeologico che contribuisce a gettare nuova luce sulla storia antica del territorio.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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