Stilettate di Zana. Con Ambrogio Lorenzetti. I sindaci di oggi e il Buongoverno

Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo è un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservato nel Palazzo Pubblico di Siena e databile al 1338-1339.
STILETTATE
di Tonino Zana
Il sindaco chi è, cosa fa, e il cittadino cosa sa del sindaco, del suo fare e disfare?
Il credo popolare guarda al sindaco e dice: il sindaco può fare tutto, è stato eletto da noi e se vuole fa questo o quest’altro, per i miei problemi è in gradi rispondere in qualsiasi modo e in ogni istante.
Il cittadino non sa e il sindaco non lo spiega, di possedere un potere esile e contraddetto dalla tecnica e dalle corporazioni, ostacolato da un milione di associazionismi con accesso allo web in modo spesso disgraziato, cioè privi di grazia, correttezza, conoscenza.
Il sindaco è un sorvegliato speciale, un sequestrato, un povero cristo. Provate a essere sindaci per dieci giorni e capirete meglio. Anzi è una proposta ufficiale: tu sindaco di…., prendi dieci cittadini e mettili accanto a te e menagli la mano al momento della “non firma” e poi vediamo. Chiedete ai docenti di ogni scuola di ogni ordine i poteri reali di un sindaco e vediamo.
Il sindaco è messo lì a fare da guardia a un’istituzione tanto logorata quanto indispensabile, ultima frontiera della democrazia reale, ormai logora, condizionata da patti di stabilità europei che non stanno né in cielo né in terra, in preda a un’intervista, una foto al giorno, a un taglio del nastro conteso con altre autorità come se il cittadino osservasse la autorevolezza del suo sindaco in base a una dichiarazione e ad una forbice affilata.
No, il sindaco ha bisogno di te, di te, di lei, di lui e se non andate in municipio poichè ci vuole l’appuntamento, si salgono scale impervie dopo un mese, si supera la barriera burocratica del perché e del percome, sia il sindaco, silenziosamente, al bando gli annunci, al bando, è fondamentale, a bussare alle porte del cittadino: driiin, chi è , sono il sindaco, sono qui insieme a un agente della polizia locale, al presidente del quartiere, mi siedo alla vostra tavola, non ho in tasca populismi, voglio conoscervi, ascoltare direttamente i vostri problemi e quelli del quartiere. Dopo due ore, ciao e ci vediamo tra quattro mesi con altri.
Il sindaco è colui che c’è sempre, “dorme” in municipio, riceve ad ogni ora del giorno e della notte, altrimenti non è un sindaco, è un’apparizione modesta, quella sì populista. Il sindaco è colui che tocca il popolo e da l popolo si fa toccare. Altrimenti fai altro, nessuno ti ha ordinato di essere e fare il sindaco.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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