Restaurati l’alcova e l’appartamento del Duca di Chiablese nel palazzo sabaudo di Torino

Risalente al XVI secolo, fu fatto costruire dal duca di Savoia Emanuele Filiberto su nuclei abitativi preesistenti e poi donato alla marchesa Beatrice Langosco di Stroppiana, sua amante. La configurazione tardo barocca si deve all'intervento dell'architetto Benedetto Alfieri, risalente al 1753-54

Dopo il restauro condotto dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, è stato riaperto al pubblico, con un nuovo percorso di visita, l’appartamento del Duca del Chiablese, nel palazzo oggi sede della Soprintendenza.
Il palazzo, una delle tante residenze dei Savoia, si trova nel centro di Torino, a sinistra del Palazzo Reale, con l’entrata principale in Piazza S. Giovanni.

Risalente al XVI secolo, fu fatto costruire dal duca di Savoia Emanuele Filiberto su nuclei abitativi preesistenti e poi donato alla marchesa Beatrice Langosco di Stroppiana, sua amante. La configurazione tardo barocca si deve all’intervento dell’architetto Benedetto Alfieri, risalente al 1753-54.

Divenne poi residenza dell’ex cardinale Maurizio di Savoia e della moglie Ludovica a partire dal 1642; in seguito vi abitarono il secondogenito di Carlo Emanuele III, Benedetto Maurizio duca del Chiablese (che diede il nome al palazzo) ed altri membri della famiglia reale.

Durante il periodo di occupazione francese di Torino fu abitato da Camillo Borghese e sua moglie Paolina. In seguito il Palazzo tornò ai Savoia e divenne residenza del re Carlo Felice che vi morì nel 1831. Qui nacque Margherita, prima regina d’Italia dal 1878 al 1900.

Durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti, subì notevoli danni. Nel 1946 la proprietà passo al Demanio.

I lavori di restauro appena conclusi sono stati progettati e condotti da un team interdisciplinare del CCR partendo da un approfondito studio tecnico-scientifico che ha indagato le peculiarità strutturali e i materiali dei diversi manufatti presenti nelle sale, dalle decorazioni a rilievo in stucco delle volte, agli arredi lignei fissi e mobili, ai pavimenti, ai manufatti in pietra, vetro e metallo, ai dipinti su tela.

“Per il Centro, il cantiere di restauro delle stanze di Palazzo Chiablese è stato un caso di studio affascinante e complesso, che ha richiesto una forte multidisciplinarietà e collaborazione tra le diverse figure professionali presenti al Centro per le diverse casistiche di intervento oltre a essere stata l’attività che più ha impegnato il laboratorio di arredi lignei con oltre 4000 ore di lavoro solo per la sala dell’Alcova e le altre due sale che da uffici sono tornate ad essere fruibili come ambienti aulici della residenza. – dice Stefano Trucco, presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. – Aver collaborato a riportare alla vocazione originaria di rappresentanza il piano nobile di Palazzo Chiablese è per il Centro motivo di orgoglio.”
Dal 2019 gli interventi sono stati finanziati dal Segretariato Regionale per il Piemonte nell’ambito della convenzione triennale in corso con il CCR. Grazie alla Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha garantito un supporto fondamentale al progetto già nel 2021, i lavori proseguiranno nel 2022 anche nei restanti ambienti del piano nobile.

Le immagini dell’immensa campagna di lavori di restauro in Palazzo Chiablese e per tutto il circuito delle Residenze Sabaude condotti dall’equipe del Centro si potranno vedere nella mostra “Guardiani della bellezza” allestita dal CCR in collaborazione con la Fondazione Ordine Mauriziano alla Palazzina di Caccia di Stupinigi dal 15 giugno al 18 settembre.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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