Espropriata dallo Stato la Collezione archeologica Strada. Mostra in anteprima con 45 pezzi su 269

l’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada.

A partire da venerdì 8 luglio nel Museo Archeologico Nazionale della Lomellina a Vigevano è esposta una selezione di quarantacinque oggetti archeologici appartenenti alla collezione Strada. Formata da Antonio Strada (1904-1968) a partire da un nucleo di reperti rinvenuti nei terreni di famiglia già nel XIX secolo e arricchita anche con successivi acquisti da altre collezioni, raccoglie 269 pezzi appartenenti ad un arco cronologico che si estende per oltre diciotto secoli, dalla preistoria all’età longobarda, con particolare concentrazione di oggetti databili tra l’età della romanizzazione (II-I secolo a.C.) e la prima epoca imperiale romana (I-II secolo d.C.).

Brocca in ceramica comune, da Scaldasole. Prima metà I secolo d.C.

Il nucleo più prezioso è costituito dagli oggetti in vetro di età romana tra i quali spicca la splendida coppa firmata da Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C., un vero e proprio unicum per la qualità e l’eccezionale stato di conservazione.

Si tratta di un’anteprima, preludio all’esposizione dell’intera collezione che avverrà entro l’anno. Anteprima doverosa perché conclude, garantendo la fruizione pubblica, una azione di tutela da parte del Ministero della Cultura che ha inizio nel 1999, quando la collezione fu dichiarata di eccezionale interesse culturale. Conservata nel castello di famiglia a Scaldasole, la collezione Strada era nota agli studiosi già a partire dagli anni ’60 del Novecento, soprattutto per la ricchezza e la qualità del vasellame in vetro. Tuttavia l’importanza dell’insieme, la ricchezza in relazione al contesto lomellino, la qualità e l’eccezionalità di alcuni oggetti consigliavano l’acquisizione a favore di un museo pubblico, per garantirne una più ampia fruibilità, favorirne lo studio e diffonderne la conoscenza.

Anforetta in vetro soffiato porpora, con decorazione applicata in vetro bianco, che forma un motivo piumato, da Scaldasole. Metà I secolo d.C.

Il Ministero della Cultura ha perciò deciso di avviare la procedura di esproprio per pubblica utilità con assegnazione al Museo Archeologico Nazionale della Lomellina. Il museo avrebbe così ampliato le proprie collezioni con un nucleo importante, significativo anche per la storia del collezionismo locale, mentre la raccolta, dialogando con il patrimonio del museo, avrebbe trovato un più articolato contesto storico. Il lungo iter di acquisizione si è concluso di recente ed è importante offrire al pubblico la possibilità di ammirare un nucleo di oggetti particolarmente significativi, in attesa che, dopo i necessari interventi di restauro, si giunga ad una mostra complessiva prima e a un allestimento permanente poi.

Balsamario sferico in vetro soffiato blu con filamento bianco applicato e avvolto a spirale, da Garlasco. Prima metà I secolo d.C. , dettaglio.

Caratteri della collezione
Pur comprendendo oggetti riferiti ad un vasto arco cronologico, la Collezione Strada si caratterizza soprattutto per la ricchezza e la particolarità degli oggetti in vetro di età romana, che ne costituiscono indubbiamente il punto di forza. Quasi tutti i reperti provengono della Lomellina, territorio noto a livello archeologico proprio per l’abbondanza, la varietà e la raffinatezza della produzione vetraria.
Balsamario sferico in vetro soffiato blu con filamento bianco applicato e avvolto a spirale, da Garlasco. Prima metà I secolo d.C.

I manufatti, rinvenuti in gran parte durante lavori agricoli tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento provengono per la maggior parte da corredi funerari, come prova l’integrità di molti di essi.
I materiali comprendono diverse tipologie, dalla ceramica di uso comune a quella più raffinata, dai vetri alla coroplastica, dagli oggetti d’ornamento agli utensili in metallo. Nel tempo, Antonio Strada arricchì la raccolta di reperti ereditati con l’acquisizione di altre collezioni private: tra queste le più consistenti sono la Steffanini, composta di oggetti rinvenuti a Mortara e nei dintorni, e la collezione Volpi-Nigra di Lomello, costituita principalmente da reperti della necropoli delle Brelle. Non mancano pezzi di provenienza extra territoriale (Magna Grecia ed Etruria), probabili acquisti di viaggio o frutto di doni e scambi, e oggetti falsi o di dubbia antichità, come spesso si riscontra nelle collezioni.
Coppa costolata in vetro azzurro lavorato a stampo, da Garlasco. Inizi I-inizi II secolo d.C.

Il percorso espositivo
Il nucleo di oggetti presentato in questa anteprima è esposto in due vetrine, collocate nella sala II del museo, dedicata all’età romana, situata nella cosiddetta terza scuderia del castello visconteo -sforzesco di Vigevano.
Nella prima vetrina sono esposti reperti databili tra la tarda età del Bronzo (XIII secolo a.C.) e l’epoca longobarda (VII secolo d.C.). In alcuni casi si tratta di testimonianze rare nel territorio ma per lo più sono manufatti che trovano ampio riscontro negli oggetti esposti in museo, sia nelle tipologie che negli ambiti culturali. Fra le testimonianze di età romana predomina per quantità la ceramica, con il vasellame di uso comune e prodotti più raffinati di importazione
Purtroppo, come spesso accade nelle collezioni, la perdita dei contesti originari rende talora difficile precisare le datazioni.
Brocca piriforme monoansata, in vetro soffiato color ambra con decorazione applicata a macchie bianche, da Scaldasole. Metà I secolo d.C.

Balsamario biansato in vetro soffiato blu, con anse bianche applicate, da Garlasco. Prima metà I secolo d.C.

Il gioiello della raccolta
Coppa biansata in vetro verde chiaro soffiato in stampo, decorata a baccellature e girali vegetali. Al centro entro la tabula ansata la firma dell’autore in greco: ΑΡΙϹΤΕΑϹ ΕΠΟΙΕΙ (Aristeas fece). Da Albonese. Secondo quarto del I secolo d.C.

La seconda vetrina raccoglie una selezione di manufatti in vetro: l’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto a noi integro. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi.
La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élites, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale.
Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.
LA COLLEZIONE STRADA. UN’ANTEPRIMA
8 luglio – 30 settembre 2022

Mostra progettata da
Direzione Regionale Musei Lombardia – Direttore Emanuela Daffra
Museo Archeologico Nazionale della Lomellina – Direttore Stefania Bossi

A cura di
Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi, Angelo Rossi

Progetto allestimento e grafica
Angelo Rossi, Giulia Camozzi

L’acquisizione della collezione e di conseguenza questa mostra non avrebbero potuto avere luogo senza il lavoro decennale della ora Soprintendenza ABAP per le province di CO, LC, MB, PV, SO, VA e il costante appoggio della Direzione Generale ABAP del Ministero della Cultura.

Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Sede e informazioni
Museo Archeologico Nazionale della Lomellina
Piazza Ducale, 20
27029 – Vigevano (PV)
Tel 0381.72940
FB | IG

Orari
Aperto dal martedì al sabato, dalle 9.00 alle 14.00.
Ingresso gratuito.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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