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Il XIX secolo ha visto la nascita del paesaggio dal vero. In precedenza le quinte naturali erano apparse con maggiore evidenza e spazi crescenti nella pittura tedesca e nell’arte italiana, soprattutto lombarda – da Leonardo ai suoi seguaci – e veneta – Bellini, Giorgione, Tiziano – per divenire, con il tempo e con la riduzione delle figure nel campo lungo del paesaggio – pensiamo a Poussin – specchio di una natura preponderante, osservata, appuntata all’esterno, in alcuni casi, e ricreata sulla tela, nello studio. Ma buona parte di queste opere, per quanto orientate al naturalismo non furono mezzi di esplorazione del genio oscuro, meraviglioso e terribile della Natura stessa.
Fu il Romanticismo, associato al grand tour e ai viaggi dei pittori inglesi nel continente, a trasformare bozzetti di angoli pittoreschi o di momenti in cui il Creato manifestava la propria sentimentale mitezza o il proprio lato intemperante ed oscuro ad aprire la nuova stagione del paesaggio che da Turner avrebbe portato agli impressionisti. Dal 1820 la Normandia aspra e selvaggia, con le sue rocce a picco sul mare e le nubi sfilacciate dal vento, poco sopra il blu cobalto del mare profondo e freddo, o le località balneari di quella regione del Nord diventarono oggetto dell’osservazione dei pittori, alla ricerca della rivelazione dell’istante.
La Normandia – prima della Bretagna, che fu un obiettivo successivo – era decantata per la bellezza e per la sua peculiarità paesistica, alternata a un ricco patrimonio architettonico. La moda dei bagni di mare iniziò ad attirare nella regione costiera una clientela benestante. La zona era di facile accesso in barca o in diligenza, poi in treno; la sua posizione a metà strada tra Londra e Parigi, le due capitali artistiche del tempo, ne faceva un punto d’icnontro tra clientela francese e inglese.
Alla fine delle guerre napoleoniche, i paesaggisti inglesi (Turner, Bonington, Cotman …) si recarono più volte in Normandia con le loro scatole di acquerello, mentre i francesi (Géricault, Delacroix, Isabey) viaggiavano a Londra per scoprire la scuola di inglese. Da questi scambi nacque una specifica scuola francese di paesaggio, che fece riferimento soprattutto a Corot. L’esempio del pittore generoso – Corot, oltre ad essere un grandissimo artista era uno straordinario filantropo – fu seguito da una schiera di pittori che si recherà in tutta la regione per porre le basi a una nuova estetica. Ecco, allora, Delacroix, Riesener, Daubigny, Millet, Jongkind, Isabey, Troyon.
Questa rivoluzione artistica, precedente all’Impressionismo, si sviluppò negli anni Sessanta dell’Ottocento. I pittori si incontravano ogni anno a Honfleur, sulla Côte Fleurie. C’erano Boudin – il maestro di Monet -, lo stesso Monet e Jongkind, un trio inseparabile, ma anche tutti i loro amici: Courbet, Daubigny, Bazille, Whistler, Cals. Oltre a Baudelaire, il primo a celebrare, nel 1859, le “bellezze meteorologiche” di Boudin. Il poeta aveva capito tutto, immediatamente. Ciò che veniva avanti era la riflessione sull’istante, sull’attimo irripetibile, sul mutamento meteorologico che trasformaqva profondamente il paesaggio. Inganno sensoriale o mutamento incessante della natura?
Non lontano dai luoghi frequentati da Boudin e da Monet, Degas dipingeva le sue prime corse di cavalli presso l’Haras du Pin; Berthe Morisot muoveva i suoi primi passi nel genere del paesaggio, mentre a Cherbourg, Manet rivoluzionava la pittura di marine. Così, per decenni, la Normandia diventò il laboratorio all’aperto preferito degli impressionisti: Monet, Degas, Renoir, Pissarro, Boudin, Morisot, Caillebotte, Gonzales, Gauguin (per un tratto, prima che rifiutasse l’effimero impressionismo per porre le basi del simbolismo).
Una mostra allestita al museo Jacquemart-André di Parigi analizza, prima, il ruolo decisivo della Normandia, nella nascita del movimento impressionista, attraverso gli scambi franco-britannici, lo sviluppo di una scuola della natura e le riunioni di Saint-Siméon. Poi l’evento espositivo segnala come il paesaggio e le luci della Normandia sono stati fondamentali per l’attrazione esercitata da questa regione su tutti i maestri dell’Impressionismo.
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