Inaugurata oggi la mostra di Alphonse Mucha al Vittoriano

ROMA - La mostra, al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.

 
[googlemap src=”” align=”alignright” ][box type=”note” ]Alphonse Mucha
15 aprile – 11 settembre 2016
Roma, Complesso del Vittoriano – Ala Brasini
[/box]


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Alphonse Mucha Autoritratto 1899 Olio su tela, 32×21 cm © Mucha Trust 2016

[A]lphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau. Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.
 
 
Alphonse Mucha Le stagioni: Estate 1896 Serie di quattro pannelli decorativi Litografie a colori, 103x54 cm ciascuna © Mucha Trust 2016
Alphonse Mucha
Le stagioni: Estate
1896
Serie di quattro pannelli decorativi
Litografie a colori, 103×54 cm ciascuna
© Mucha Trust 2016

Mentre nel contesto dell’arte internazionale aumentava la sua fama, in Mucha crebbe forte il desiderio di contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e delle vicine regioni slave divise per secoli dalle potenze coloniali. Al di là di un’opulenza di facciata e di una visione modernista espresse dall’Esposizione universale di Parigi del 1900, nell’Europa centrale e orientale le tensioni politiche montavano. Mucha credeva nell’universalità dell’arte, nel suo potere d’ispirazione e di comunicazione, auspicando la creazione di un’unione spirituale dei popoli slavi e, in ultima analisi, di tutto il genere umano. L’artista sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche di qualsiasi background culturale avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra e per gli ideali utopici si manifesta nel suo capolavoro, l’Epopea slava (1911-28).
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale, ecco dunque in arrivo la prima grande retrospettiva dedicata a Roma all’artista ceco Alphonse Mucha.
Alphonse Mucha Le Arti: Pittura 1898 Serie di quattro pannelli decorativi Litografie a colori, 60x38 cm ciascuna © Mucha Trust 2016
Alphonse Mucha
Le Arti: Pittura
1898
Serie di quattro pannelli decorativi
Litografie a colori, 60×38 cm ciascuna
© Mucha Trust 2016

Curata da Tomoko Sato, la mostra si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.

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Redazione
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