Ha preso il via l’intervento di restauro e valorizzazione dell’Arco d’Augusto, uno dei simboli identitari di Rimini e tra le più antiche testimonianze della importante storia della città.
Il progetto nasce da una collaborazione tra Comune di Rimini e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e va ad integrarsi con il programma di riqualificazione che l’Amministrazione comunale sta completando a Borgo San Giovanni, nel quadrante che dall’Arco si sviluppa lungo via XX Settembre.
Obiettivo dell’importante intervento di restauro è quello di ridare nuova luce ad uno dei monumenti di maggior valore storico e artistico della città attraverso lavori di pulitura, ristrutturazione e manutenzione. Nello specifico, si andrà ad eliminare la vegetazione infestante e gli altri depositi presenti sulla superficie del monumento per poi mettere in sicurezza i piccoli distacchi degli elementi compositivi, con il fissaggio degli elementi strutturali. Le superfici della fascia inferiore dell’arco saranno inoltre trattate con un prodotto anti-graffiti, in grado cioè di non far penetrare la vernice in profondità e di poterla rimuovere senza rovinare la pietra. Le opere conservative saranno eseguite seguendo il principio del “minimo intervento”, cioè salvaguardando le patine originali e nell’ottica di una possibile reversibilità.
Il progetto di valorizzazione dell’Arco d’Augusto è uno dei dodici interventi finanziati attraverso il “Fondo per la tutela e la valorizzazione degli archi romani” assegnato dal Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio alla Soprintendenza per un investimento complessivo di 30mila euro, a cui si aggiunge un cofinanziamento del Comune di Rimini per circa 10mila euro. Il progetto è stato redatto dalla Soprintendenza, a cui spetta la direzione dei lavori con la supervisione della dottoressa Annalisa Pozzi, responsabile territoriale Archeologo della Soprintendenza. La conclusione dei lavori è prevista entro un paio di mesi.
Per far conoscere anche alla città gli interventi in corso, la Soprintendenza in collaborazione con il Museo della Città di Rimini ha organizzato per venerdì 28 ottobre l’apertura dei cantieri di restauro in corso a Rimini, quello dell’Arco e quello che interessa il mosaico del triclinium della domus del Chirurgo. I cantieri sono collegati a due finanziamenti richiesti e ottenuti della Soprintendenza di Ravenna, con l’obiettivo di attuare interventi di restauro e di manutenzione straordinaria del patrimonio che caratterizza in modo significativo il centro storico di Rimini.
L’ Arco, il più antico conservato nell’Italia settentrionale. segna l’ingresso alla Città, per chi proviene dalla Flaminia, la via tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini.
Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprime la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano Augusto, così come manifestato dall’iscrizione posta sopra l’arcata. Il monumento si inseriva nella cinta muraria più antica, della quale ai suoi lati sono visibili i resti, in blocchi di pietra locale. Oggi si presenta isolato in seguito all’intervento di demolizione dei corpi adiacenti, eseguito negli anni ’30.
La costruzione originaria inglobata in due torri poligonali di cui rimangono poche tracce, era sormontata da un attico che doveva completarsi con una statua dell’imperatore a cavallo o su di una quadriga. La sommità forse crollata per i terremoti, nel Medioevo venne orlata da una merlatura. L’architettura è esaltata da un ricco apparato decorativo carico di significati politici e propagandistici: un’apertura talmente ampia da non poter essere chiusa da porte ricordava la pace raggiunta dopo un lungo periodo di guerre civili; le divinità rappresentate nei tondi (Giove e Apollo nel lato esterno, Nettuno e Roma verso la città) richiamavano la grandezza di Roma e la potenza di Augusto. L’intera struttura è permeata da un forte carattere religioso che sottolinea l’aspetto sacrale di porta della città.
L’arco e il ponte cosiddetto di Tiberio, realizzati nell’ambito di un più generale programma urbanistico promosso da Augusto, sono sempre stati assunti come simboli della Città fin dal Medioevo.