Le stilettate di Zana. Con Goya. L’ultimo punto di difesa dall’assurdo che vive nel nostro quotidiano

Don Mazzi narra di un male ordinato dai disumani per certi disumani, narra di bambini rubati dalla strada, caricati su camper-sala di chirurgia, bambini rubati dei loro organi vitali e gettati in strada come stracci. Gli organi serviranno all'Occidente, a noi, a qualcuno di noi per tirare a campare sulla morte dell'infanzia.

​STILETTATE
di Tonino Zana
L’ultima Comunità è la fine. La Comunità si stende di traverso sull’abisso, la fine è in questa notizia di don Antonio Mazzi, l’energia della Fondazione Exodus, nel parco del Lambro: “Ho bisogno di andare in Somalia, a Mogadiscio, ho bisogno di incontrare i miei trecento ragazzi”.
Narra di un male ordinato dai disumani per certi disumani, narra di bambini rubati dalla strada, caricati su camper-sala di chirurgia, bambini rubati dei loro organi vitali e gettati in strada come stracci. Gli organi serviranno all’Occidente, a noi, a qualcuno di noi per tirare a campare sulla morte dell’infanzia.
Ora, se tu, se io avessimo bisogno di un trapianto di cuore, accetteremmo il cuore di un bambino trafugato, ucciso per alcuni anni del tuo, del nostro destino? Meglio morire che vivere di un cuore rubato alla vita, da una vita d’Africa, da una vita ancora da vivere.
Don Mazzi racconta e si pensa al distacco della realtà dal film più orrendo. Un mondo di umani, un mondo di noi accetta questa innominabile barbarie. Avevo letto dalla tesi di mio figlio sulla pedopornografia di confusi strazi di questo tipo ed ero rimasto perplesso. Non esiste nell’aria un corpo di diavoli capace di compiere misfatti del genere. Invece, don Antonio Mazzi confida questa insuperabile tragedia.
Infine, alla domanda di come usciremo da queste miserie disumane, da questi omicidi dell’infanzia, dalla guerra, dalla crisi esistenziale, in che maniera lui resisterà, a 93 anni, a opporsi per salvare la “vita dei morti” e “il ritorno degli scappati”, risponde: “Ce la faremo, con le opere e le preghiere ce la faremo”.
Mi viene in mente un esercito di madri, dal seno scoperto, in marcia contro questa assenza d’amore e allora penso alla vittoria del Don, alla sua nobilissima e impossibile profezia.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz