Siena. Camminare per 320 metri nei bottini sotto la piazza arrivando alle radici della fonte Gaia

Il sindaco De Mossi: "Mettiamo di nuovo a disposizione della comunità un patrimonio inestimabile della nostra città, una particolarità assoluta, direi di livello mondiale. È sempre una grande emozione poter fare anche pochi passi all’interno di questo acquedotto, che unisce fascino e ingegno e che costituisce un pezzo della nostra storia, da conservare, preservare e far conoscere"

In questo mese tornano visitabili i bottini. Lo annuncia il sindaco di Siena, Luigi De Mossi. “Abbiamo “inaugurato” il tratto che dalla Biblioteca Comunale degli Intronati arriva fino a Fonte Gaia, lungo circa 320 metri, rimesso in sicurezza con un progetto in collaborazione tra Comune, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e Vigili del Fuoco. – dice De Mossi – Mettiamo di nuovo a disposizione della comunità un patrimonio inestimabile della nostra città, una particolarità assoluta, direi di livello mondiale. È sempre una grande emozione poter fare anche pochi passi all’interno di questo acquedotto, che unisce fascino e ingegno e che costituisce un pezzo della nostra storia, da conservare, preservare e far conoscere”.

I “Bottini” sono una rete di acquedotti sotterranei, che alimentano ancora oggi, le Fonti storiche della città, già da diversi anni l’Amministrazione Comunale di Siena ha voluto valorizzare, promuovere e gestire.
Il termine “buctinus“, probabilmente per la volta a “botte”, appare per la prima volta in un documento del 1226 e da origine al nome Bottini, con cui vengono chiamati, ancora oggi, gli acquedotti sotterranei.


Siena, data la sua posizione collinare e la mancanza di importanti corsi d’acqua, ha sempre dovuto ricorrere a scelte alternative per l’approvvigionamento di un bene primario come l’acqua. La roccia tenera e tufacea, su cui sorge, ha permesso di scavare un ingegnoso sistema di cunicoli, che oggi è possibile percorrere a piedi, dove l’acqua piovana dal “gorello” – un piccolo canale alla base del camminamento – scorre fino a raggiungere le fonti storiche.
L’intero sistema di approvvigionamento idrico antico, che fra rami principali e derivazioni, si estende per circa 25 chilometri, rappresenta un elemento fondamentale della storia e della cultura della città. I bottini e le sue Fonti sono stati per centinaia di anni l’unico sistema per l’approvigionamento idrico, fino a quando, nei primo ventennio del XX secolo, arrivò in città l’acqua delle sorgenti del Vivo, che dal Monte Amiata con il nuovo acquedotto e la sua distribuzione portò l’acqua nelle case dei senesi.


I Bottini maestri
Due sono i rami principali dei bottini, quello più antico il Bottino maestro di Fontebranda, che di trova a notevole profondità e che da Fontebecci porta l’acqua fino alla Fonte di Fontebranda, e il Bottino maestro di Fonte Gaia, realizzato intorno al 1300, che alimenta, la fonte di Piazza del Campo, Fonte Gaia e con il trabocco, anche altre fonti minori.

Informazioni e contatti
Allo solo scopo di salvaguardare, recuperare e comunque valorizzare e divulgare la conoscenza di questi luoghi, con il rispetto e l’attenzione che essi meritano, l’Amministrazione consente la visita accompagnata di piccoli gruppi in alcuni tratti.

La prenotazione è obbligatoria e si può effettuare telefonando ai numeri: 0577 / 292614/5, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.30 oppure inviando un’email a ticket@comune.siena.it (indicando la data, il numero dei partecipanti e recapito telefonico).

Al momento della prenotazione verrà verificata la disponibilità per la data richiesta e comunicate le modalità per il pagamento anticipato dei biglietti.

Il numero massimo di visitatori per ogni visita è di 8/10 persone. E’ vietato fotografare e filmare all’interno dei Bottini. E’ caldamente raccomandato l’uso di scarpe chiuse antiscivolo, di abbigliamento idoneo alle basse temperature e di una torcia elettrica. in occasione di acqua alta sono assolutamente necessari gli stivali. La visita è sconsigliata a bambini piccoli (minori di 8 anni), portatori di handicap e a tutti coloro soffrono di patologie cardiache, respiratorie o claustrofobia, o patologie comunque legate all’ambiente ipogeo.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz