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Suoni armoniosi e movimenti spettacolari erano una rarità, nel passato. Così, per comprendere l’impressione che dovevano suscitare questi carillon, orologi musicali, pianole automatizzate e organi di Barberia, dobbiamo cancellare tv, radio e cd per immergerci in atmosfere con pochi elementi di svago. Meraviglioso era il suono. Magico. Tuttora. Accompagnato dal movimento di piccoli automi o dal getto dipinto di antiche fontane. Un grande contenitore dedicato a queste scatole e cassoni delle meraviglie è il Museum Speelklok (già Museum Van Speelklok tot Pierement) a Utrecht in Paesi Bassi. Grazie anche a restauri accurati, gli strumenti musicali, automatizzati con sistemi meccanici, suonano ancora ed è possibile sentirli, durante le visite guidate. Tra gli apparati sonori anche un “concerto di campane”.
Una curiosità. Con i termini “Organo di Barberia” si intendono soprattutto gli organi automatici portatili, azionati a manovella che agisce su un mantice e su un cilindro dentato che apre e chiude piccole canne d’organo. Il nome deriverebbe da una corruzione del cognome dell’ideatore, il modenese Giovanni Barbèri, che mise a punto questa macchina agli inizi del Settecento. L’aggiunta della vocale “a” sarebbe stata provocata dal fatto che molti ritennero più comune il sostantivo barberia – bottega del Barbiere – o il toponimo Barberia, che si riferisce alle regioni dell’Africa settentrionali, terra dei Berberi.