Capolavori dalla pianura all’alpeggio. Le immagini delle grandi opere della Carrara entrano nei rifugi di montagna

In concomitanza con il 150° anniversario dalla fondazione della Sezione di Bergamo, Associazione CAI e Accademia Carrara presentano La Carrara in alta quota, un progetto che intende generare ancor maggior fascino tra le meraviglie delle Orobie e le comunità montane. La cultura dell’alpinismo, dell’escursionismo e del turismo montano sostenibile e responsabile, si relazionano con la storia dell’arte italiana che sale in quota lungo l’Alta Via delle Orobie, il Sentiero 3 Valli e la rete dei rifugi, in una contaminazione di nuovi racconti. 17 rifugi CAI ospitano altrettante riproduzioni di capolavori della collezione bergamasca selezionati tra le opere più note del Museo.

Ieri è stata presentata “La Carrara in alta quota”, il progetto di Accademia Carrara realizzato in collaborazione con CAI Bergamo che porta nei 17 rifugi alpini bergamaschi altrettante riproduzioni di alcuni tra i più celebri capolavori del nostro museo.
“Accompagnati da Dario Nisoli, presidente della sezione di Bergamo del CAI, e da Orobie, media partner del progetto e della mostra “Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie” – dice la Carrara – abbiamo raggiunto la prima tappa del nostro percorso: il Rifugio Albani, scoprendo le meraviglie paesaggistiche lungo il percorso e l’opera di Andrea Mantegna riprodotta all’interno”.
Il 23 luglio la seconda tappa dell’itinerario.


In concomitanza con il 150° anniversario dalla fondazione della Sezione di Bergamo, Associazione CAI e Accademia Carrara è nata così La Carrara in alta quota, un progetto che intende generare ancor maggior fascino tra le meraviglie delle Orobie e le comunità montane. La cultura dell’alpinismo, dell’escursionismo e del turismo montano sostenibile e responsabile, si relazionano con la storia dell’arte italiana che sale in quota lungo l’Alta Via delle Orobie, il Sentiero 3 Valli e la rete dei rifugi, in una contaminazione di nuovi racconti. 17 rifugi CAI ospitano altrettante riproduzioni di capolavori della collezione bergamasca selezionati tra le opere più note del Museo.


Oltre alla presenza delle riproduzioni dei capolavori, per il periodo del progetto i nomi dei singoli rifugi saranno completati dal nome dell’artista ospite. Così gli alpinisti saranno accolti in val Seriana, a 1.410m, all’interno del rifugio Alpe Corte Moroni o, prima di affrontare la parete settentrionale della Presolana, presso il rifugio Albani Mantegna a 1.939m, sullo sfondo del Pizzo del Diavolo di Tenda, in Val Brembana a 2.015m, nel rifugio Calvi Raffaello.

Altri rifugi coinvolti: rifugio Baroni Tiziano, rifugio Curò Hayez, rifugio Gherardi Tiepolo, rifugio Marelli Baschenis, rifugio Longo Lotto, rifugio Laghi Gemelli Canaletto, rifugio Benigni Botticelli, rifugio Balicco Pisanello, rifugio Resegone Palma il vecchio, rifugio Cassinelli Pellizza da Volpedo, rifugio Magnolini Fra’ Galgario, ostello al Curò Previati, rifugio Olmo Perugino.

Grazie al rifugio Tagliaferri Bellini, situato in valle di Scalve a un’altitudine di 2.328m, Accademia Carrara e CAI Bergamo realizzano anche il progetto più ad alta quota nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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