Da così a così! Resurrezione sorprendente per la Croce del Pellicano che torna in Umbria. L’autore, la storia

La "Croce del Pellicano" proviente dall'Abbazia di Sant'Eutizio di Piedivalle di Preci ritorna in Umbria dopo il lungo restauro effettuato nei laboratori dei Musei Vaticani. La tavola sagomata, con quattro terminazioni trilobe, tabellone centrale rettangolare ed il perimetro profilato da cornice dorata, è realizzata a tempera su tavola. Durante il crollo della parte absidale dell'abbazia, in seguito al sisma del 30 ottobre 2016, l'opera è stata fortemente lesionata, tanto da risultare ridotta in ben 33 pezzi


Torna in Umbria La “Croce del Pellicano” proveniente dall’Abbazia di Sant’Eutizio di Piedivalle di Preci, dopo il lungo restauro effettuato nei laboratori dei Musei Vaticani. Lo annuncia “Spoleto – Deposito Opere d’Arte di Santo Chiodo”.
La tavola sagomata, con quattro terminazioni trilobe, tabellone centrale rettangolare ed il perimetro profilato da cornice dorata, è realizzata a tempera su tavola. Durante il crollo della parte absidale dell’abbazia, in seguito al sisma del 30 ottobre 2016, l’opera è stata fortemente lesionata, tanto da risultare ridotta in ben 33 pezzi. Anche la pittura si presentava fortemente ossidata, com’è ben visibile nell’immagine sopra.

La Croce prima dell’intervento di restauro @ Massimo Achilli per Soprintendenza dell’Umbria

“Il grande lavoro di selezione delle macerie ha permesso di recuperare quasi tutti i frammenti. – affermano i responsabili del Deposito Opere d’arte di Santo Chiodo – La croce fu realizzata secondo il Pirri al tempo dell’abate Epifanio de Alemagna (1450-1478). L’opera fu trasferita temporaneamente dopo il terremoto del 1979 al Museo della Castellina, dove avvenne il secondo restauro degli anni 1986-1987, quindi venne ricollocata nella chiesa abbaziale sull’altare maggiore. Assegnata da Gnoli a Domenico di Giacomo da Leonessa (Gnoli U., 1923) è stata ricondotta a Nicola di Ulisse da Siena da Francesco Santi per le strette affinità con altre opere certe del pittore (Santi F., 1956), come risulta dalla scheda dell’opera redatta da Mariella Lucioni.. La tavola fu collocata sull’altare maggiore nel 1956. Tutti gli studi successivi hanno confermato la paternità di Nicola di Ulisse, specie per le forti assonanze con il Cristo risorto della Castellina di Norcia; il pittore, presa la cittadinanza nursina, operò tra Cascia, Norcia, Sant’Eutizio, Campi e in terra marchigiana. In considerazione della data presunta dell’altro polittico, eseguito da Nicola di Ulisse per l’Abbazia di Sant’Eutizio (1463 ca), anche la croce si può avvicinare a questa datazione”.

Prima del restauro si sono effettuate indagini presso il Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali, al fine di effettuare uno studio strutturale dell’opera e individuare i materiali costituenti. Successivamente, il Laboratorio di restauro dipinti e materiali lignei, ha avviato l’intervento di restauro. L’importante lavoro ha restituito completezza e leggibilità all’immagine dipinta, “riportando in vita” uno dei più importanti tasselli dell’arte e della storia del luogo.
Dopo essere stata esposta ai Musei Vaticani, è visitabile a Spoleto in S. Eufemia, presso l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, fino al 17 settembre 2023, nell’attesa di tornare, a conclusione di lavori, nell’Abbazia di Sant’Eutizio.
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Maurizio Bernardelli Curuz
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