Restaurato il più piccolo e bel ponte a secco della Romagna. Si regge grazie all’incastro di pietre, senza cemento

Si è concluso in questi giorni il lavoro di restauro e messa in sicurezza del ponte di Ca’ I Fondi, approvato dalla Sovrintendenza di Ravenna, realizzato in modo non invasivo, mantenendo la tecnica e i materiali originali, salvaguardando piante e infiorescenze del luogo. Lo annuncia l'associazione del Sentiero del Partigiano Janosik

Si è concluso in questi giorni il lavoro di restauro e messa in sicurezza del ponte di Ca’ I Fondi, nella Valle di Pietrapazza, intervento approvato dalla Sovrintendenza di Ravenna e realizzato in modo non invasivo, mantenendo la tecnica e i materiali originali, salvaguardando piante e infiorescenze del luogo. Lo annuncia l’associazione del Sentiero del Partigiano Janosik

“È probabilmente il più piccolo ponte ad arco della Romagna, costruito con pietra lavorata a mano, incastrando ogni elemento con grande maestria senza l’utilizzo di leganti, dove ogni sasso costituisce una chiave di volta”. Una tecnica sorprendente che si basa sul perfetto incastro delle pietre. Il tutto, appunto, senza una manciata di cemento e grazie all’arco, tra compressione e scarico delle forze. L’opera, che risalirebbe al XIX secolo, è stata ultimata, sotto il profilo del restauro e del controllo nel settimo anniversario della morte di Giorgio Ceredi, il Partigiano Janosik, come segno di rinnovata memoria e buon auspicio di un futuro ancora tutto da scrivere.

·

Il gruppo ringrazia Claudio Milanesi, ideatore dell’intervento, insieme a Ivan Ceredi, Piero Lungherini di Romagna Acque, interlocutore e risorsa fondamentale, Marco Baccini Sindaco di Bagno di Romagna, dinamico e sensibile amministratore, Daniele Spignoli, progettista, Silvano Silvani, opere di canalizzazione e muratura, Gigi Bonaventura, scultore e artigiano

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz