Una tragica notte per l’arte e la cultura si è abbattuta sull’Alpe Cimbra, dove il celebre “Drago di Vaia”, opera d’arte scolpita da Marco Martalar utilizzando il legno recuperato dalla tempesta Vaia, è stato ridotto in cenere in un incendio di origine sospetta.
Le fiamme hanno divorato l’imponente scultura poco prima delle 22 di ieri, creando uno spettacolo di distruzione visibile da chilometri di distanza. L’opera, alta sei metri e lunga sette, aveva attirato l’attenzione di appassionati d’arte e turisti da tutta Italia, diventando un’icona culturale nazionale sin dalla sua creazione nel 2021.
Le autorità locali sono intervenute tempestivamente, con i vigili del fuoco volontari della zona che si sono precipitati sul luogo, ma l’incendio era già in uno stato avanzato quando sono arrivati. Le prime indagini sembrano suggerire la possibilità di un incendio doloso, un atto devastante che ha fatto infuriare la comunità locale e gli amanti dell’arte.
Il “Drago di Vaia” non era solo un simbolo di rinascita dopo la devastante tempesta Vaia che aveva colpito la regione, ma rappresentava anche la creatività umana capace di trasformare la distruzione in bellezza. Nel 2021, aveva attratto oltre mille visitatori nel primo fine settimana di apertura al pubblico, testimoniando il suo impatto culturale e la sua capacità di ispirare.
Ora, la comunità dell’Alpe Cimbra si ritrova a fronteggiare la perdita di un’opera d’arte unica nel suo genere, e gli sforzi per ricostruire e dare nuova vita a questa creazione straordinaria saranno un testamento della resilienza e della determinazione di preservare la cultura e l’arte anche di fronte all’adversità. Le indagini sull’incendio sono in corso e si spera che gli autori di questo atto vandalico vengano individuati e portati alla giustizia.
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