Un elmo metallico, avvolto da fitte concrezioni ma sorprendentemente intatto, è riemerso dal buio dei secoli. La notizia è stata data dalla Soprintendenza del Mare. Recuperato nelle acque di Vendicari, nei pressi di Noto (SR), a circa 5 metri di profondità, questo prezioso reperto è stato recentemente recuperato e consegnato alla Soprintendenza del Mare grazie al meticoloso lavoro dell’Ispettore Onorario per i Beni Culturali Sommersi, Matteo Azzaro, il quale ha individuato e recuperato l’elmo durante un’immersione subacquea eseguita con la collaborazione di Enzo Morra e Leopoldo Repola dell’Università di Napoli.
L’importanza di questo ritrovamento va oltre la sua meravigliosa conservazione: l’elmo “cabasset” rappresenta un pezzo significativo nella storia delle armature utilizzate dalle fanterie e dalle truppe imbarcate dei secoli passati. La sua presenza nelle acque di Vendicari solleva interrogativi affascinanti sul contesto storico e archeologico della zona. Si ipotizza che ulteriori ricognizioni subacquee nell’area del ritrovamento possano fornire ulteriori indizi, rivelando se si tratti di un singolo reperto isolato o se sia collegato alla presenza di un relitto di epoca tardo medievale o moderna.
Il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici, ha espresso gratitudine per il prezioso contributo dell’Ispettore Azzaro e ha classificato il reperto come un elmo del tipo “cabasset” o “capacete”, termini che richiamano la sua diffusione in ambito spagnolo e portoghese, databile tra il tardo XV e il XVII secolo. Questo tipo di elmo si contraddistingue per una struttura a coppo semisferico o ogivale, con una tesa più o meno inclinata lungo tutto il bordo, mentre nel caso specifico presenta una bassa cresta superiore, ondulata o rinforzata da sferette metalliche.
Questo ritrovamento non solo arricchisce il nostro sapere sulla storia marittima e militare della regione, ma stimola anche ulteriori ricerche e studi archeologici per comprendere appieno il contesto storico e culturale in cui questo elmo è stato utilizzato. La sua testimonianza silenziosa ci invita a riflettere sulle vite e le imprese di coloro che lo indossavano, offrendoci uno sguardo privilegiato in un mondo ormai scomparso.