E’ stato dichiarato tesoro, in questi giorni, un mucchio di monete di puro argento rinvenuto da un appassionato di metal detector. Gli studiosi, analizzando la pezzatura delle monete medievali, hanno stabilito che era probabilmente il contenuto di una borsa smarrita e non un deposito sepolto per sicurezza. Un mix di 69 penny, mezzi penny e farthings, che equivaleva – come ha detto il numismatico Adrian Marsden del Norfolk Historic Environment Service – “al valore di più di due mesi di salario di un lavoratore dell’epoca”.
A giudizio degli studiosi le piccole monete sarebbero state utilizzate da un commerciante, “qualcuno che prende piccoli valori e ha bisogno di avere monete minute, per il resto”. Ma potrebbe anche essere – e naturalmente le ipotesi possono essere plurime – l’insieme di offerte sottratte a una chiesa.
Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di Watton, nel Norfolk, in Inghilterra. Watton è una città mercato medievale. E’ forse anche per questa antica vocazione che si è pensato che le monete appartenessero a un commerciante di cose minute.
Il tesoro comprende monete dei regni di Enrico II (1154-1189), dei suoi figli Riccardo Cuor di Leone (1189-1199) e Giovanni (1199-1216) e di suo nipote Enrico III (1216-1272).
Alcune di esse erano tagliate in 2 parti. E conservavano il valore in quanto collegate al valore del metallo stesso. I penny d’argento erano le uniche monete in circolazione dopo la conquista normanna, quindi i commercianti li tagliavano a metà per ottenere mezzi penny e in quarti per ottenere farthings.
Un museo ha espresso interesse per l’acquisizione di queste monete. Ora se ne valuterà il valore, a livello di mercato. Metà degli introiti andranno a chi le ha trovate, l’altra metà al proprietario del terreno.