L’impressionismo è spesso associato ai nomi di grandi maestri maschi come Monet, Renoir e Degas. Tuttavia, una figura fondamentale di questo periodo, spesso trascurata nelle cronache artistiche, è Berthe Morisot. La mostra “Berthe Morisot à Nice, escales impressionnistes” promette di gettare luce sui segreti degli impressionisti e il ruolo cruciale delle pittrici, offrendo una panoramica senza precedenti sulle opere di Morisot e delle sue contemporanee.
Morisot, figura centrale dell’impressionismo, fu una presenza costante nelle prime mostre del movimento, ma il suo contributo è stato a lungo sottovalutato. La mostra, che sarà ospitata al Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza – dal 7 giugno al 29 settembre 2024, dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì – e successivamente al Palazzo Ducale di Genova, si propone di correggere questa ingiustizia, mettendo in mostra non solo le opere di Morisot, ma anche quelle delle pittrici che lavoravano, spesso in un confronto di ricerca, attorno a lei nella Riviera francese.
Con circa sessanta opere di Morisot, focalizzate sui suoi soggiorni invernali a Nizza nel 1881-82 e 1888-89, e circa quaranta opere di altre artiste, la mostra si distingue per la sua audace esplorazione dell’arte femminile nell’ambito dell’impressionismo. Attraverso questa esposizione, si riconosce l’ampia e ricca produzione artistica delle donne che operavano a Nizza durante la Belle Epoque, un periodo che ha visto fiorire un vero e proprio ecosistema artistico femminile.
La scoperta più sorprendente dei curatori è stata l’abbondanza di pittrici attive nella regione in quel periodo. Nuove ricerche hanno rivelato che circa 650 donne facevano arte professionalmente a Nizza tra il 1877 e il 1914, provenienti da diverse nazionalità e background sociali. Questo sottolinea il ruolo cruciale di Nizza come centro cosmopolita che ha attratto donne artiste da tutto il mondo, offrendo loro un mercato dell’arte florido e mecenati generosi.
Ma perché così tante pittrici si sono radunate a Nizza? La risposta risiede nella combinazione di fattori: un mercato artistico prospero, la presenza di mecenati e una vivace comunità artistica. Molte di queste donne, poi, provenivano da famiglie agiate e possedevano seconde case lungo la costa, godendo del clima mite e dei benefici per la salute offerti dalla regione. Questa relativa indipendenza finanziaria ha permesso loro di perseguire liberamente i propri interessi artistici, contribuendo alla diversità e alla vitalità della scena artistica locale.
Oltre alla scoperta di un vasto panorama di pittrici impressioniste, i curatori hanno anche portato alla luce nuove informazioni sulla pratica artistica di Morisot e dei suoi contemporanei. Contrariamente alla convinzione diffusa, non tutta la pittura impressionista era eseguita rapidamente en plein air. Morisot, ad esempio, trascorreva lunghi periodi nel suo studio a preparare i suoi dipinti finali. E ciò suggerisce un approccio più riflessivo e meticoloso alla sua arte. Inoltre, la mostra evidenzia il coinvolgimento della famiglia di Morisot nella sua pratica artistica, con opere precedentemente sconosciute del marito Eugène Manet e della figlia Julie Manet, che seguivano l’esempio di Berthe. Ma come lavoravano gli impressionisti?. “Al di là di poche opere di getto – dice il critico Maurizio Bernardelli Curuz – i quadri degli impressionisti richiedevano, in verità, sviluppi e finiture in studio. Anche Monet operava in questo modo. Dal vero, coglieva l’impostazione strutturale e una prima sintesi degli accordi cromatici. Poi attendeva una sommaria asciugatura, che poteva avvenire anche nel volgere di 24 ore, per evitare che i colori dati successivamente si mescolassero. Potevano avvenire altre uscite e altre aggiunte. I quadri venivano poi portati in studio e lì elaborati”.
In definitiva, la mostra “Berthe Morisot à Nice, escales impressionnistes” non solo celebra il talento di Morisot e delle sue contemporanee, ma getta anche nuova luce sul ruolo delle donne nell’impressionismo. Attraverso questa esplorazione delle opere e delle vite delle pittrici della Riviera francese, siamo invitati a riconsiderare e rivedere la narrazione tradizionale dell’impressionismo, includendo finalmente le voci e le prospettive delle donne che hanno contribuito in modo significativo a questo movimento artistico rivoluzionario.