Splendido pezzo romano per uomini e donne trovato ora in “Britannia”. Cos’è, cosa rappresenta. Leggiamo i simboli

Felice settimana per Headland Archaeology (UK), impresa archeologica impegnata in uno scavo di cui viene tenuta riservata l’ubicazione per ragioni di sicurezza del sito poiché i lavori sono ancora in corso.

Sul territorio britannico gli archeologi hanno appena portato alla luce un sito romano e, in esso, una ceramica sigillata – cioè dotata di un sigillo che è un marchio di produzione – romana con scene che potessero essere apprezzate da uomini e donne e che pertanto unissero i gusti dei due generi. Quindi siamo al cospetto di un prodotto pensato per creare convergenza nella coppia che doveva scegliere le stoviglie di casa.

Più sotto vedremo il significato dei rilievi. La ceramica sigillata – che era di produzione industriale, senza difetti – era uno status symbol. I romani, come noi, nel Novecento, apprezzavano prodotti perfetti. Più quelli industriali serializzati che quelli artigianali.

“Amiamo quando un piano (o una pentola) si uniscono, ricomponendosi – dicono gli archeologi inglesi – Il ritrovamento di oggi è una ciotola samian romana decorata benissimo. Questo Samian Ware, o Terra Sigillata, è stato prodotto in Gallia (l’odierna Francia) e importato in Gran Bretagna come stoviglia di alto status. Si distingue per il colore terracotta, la superficie liscia e lucida ed è spesso molto decorato. La maggior parte dei Samian Ware risale al I e II secolo ed è comunemente presente in tutte le aree della Britannia romana”.

Le scene rappresentate uniscono l’Amore alla Caccia. Da sinistra vediamo un clipeo – scudo tondo – contenente una figura alata: Amore, Cupido o un amorino. Il soggetto risultava apprezzabile soprattutto dalle signore. Al centro osserviamo uno scudo con decorazione a panoplia – insieme di armi – utilizzato, in questo caso – per suddividere le scene.

Alla nostra destra è evidente il combattimento di un un uomo – un gladiatore (più specificamente un venator, cioè un cacciatore) impegnato nel contenimento di un attacco sferrato da un rinoceronte. Poco più in basso, nel rettangolo contornato dal rilievo, c’è un cane che insegue la lepre, animale che era cacciato e mangiato dai romani e non dai celti della Britannia. Quella alla lepre era pertanto una caccia distintiva, che apparteneva agli occupanti.

Sotto il profilo della logica simbolica che c’entra Amore con queste cene cruente? Il produttore colse un tratto d’unione per giustificare la presenza della figurina leggiadra che avrebbe colpito le signore. Amore, il cieco dispensatore di frecce, a proprio modo è anch’egli un cacciatore, pur, in genere, dissennato perché colpisce a caso. Amore, e caccia si uniscono pertanto in questa ciotola.

I soggetti di caccia o gladiatòri tornavano spesso nelle decorazioni romane per la passione per l’attività venatoria e per i ludi circensi, La ciotola Dragendorff 37 – trovata sempre nel Regno Unito – è, ad esempio, una ceramica sigillata decorata con rilievi di combattimento gladiatorio tra uomini, con la presenza di animali quali i leoni. L’accoppiamento del gladiatore di classe Mirmillone contro Thraex era molto comune come raffigurato in abbondanti opere d’arte popolari romane.

Durante il combattimento, il mirmillone si difendeva restando riparato dietro un ampio scudo. Uscivano solo il volto e le gambe, spesso anch’esse dotate di corazza. Il grosso gladiatore si difendeva, soprattutto, giungendo a sortite con il gladio contro l’avversario, un piccolo e rapido Traex

Ma torniamo alla ceramica appena scoperta nel territorio britannico e al rinoceronte. I primi rinoceronti furono importati per le arene da Gneo Pompeo, mentre l’imperatore Commodo, da un punto protetto, nel circo, ne uccise uno, trionfalmente, davanti al pubblico osannante, utilizzando arco e frecce.

Perché, a livello di raffigurazione, qui si scelse un venator e non un gladiatore comune? Il fine era di rappresentare la nobiltà della caccia. I venatores, o bestiarii, spesso erano schiavi o liberti, ma non mancavano, nel gruppo, gli uomini di nascita libera e persino di rango elevato, quali senatori e cavalieri, che esercitavano questa attività pubblica per passione o per denaro. Quindi è la caccia. La caccia, nobile.

La ceramica sigillata romana, conosciuta anche come “terra sigillata” o “samian”, rappresenta uno dei prodotti ceramici più distintivi e diffusi del mondo romano. Questo tipo di ceramica, rinomato per la sua finitura lucida e decorazioni in rilievo, era prodotto in vere e proprie industrie, in varie parti dell’Impero romano e ampiamente distribuito anche in Britannia. Ornava le mense dei nobili, dei militari d’alto rango, dei coloni e dei cittadini britannici che si volevano “romanizzare”. Questa ceramica fu quindi un prodotto utilissimo per la propaganda e la gestione del consenso seduttivo e convergente degli abitanti del luogo, accanto ad altri elementi distintivi della romanità.

Origine e significato del termine “samian”

Il termine “samian” deriva dall’antica isola greca di Samo, celebre per la produzione di ceramica di alta qualità. Tuttavia, nel contesto romano, il termine si riferisce specificamente a una classe di ceramica fine con una superficie liscia e lucida, solitamente di colore rosso-arancio, ottenuta attraverso un processo di smaltatura e cottura in ambiente ossidante. Questa ceramica era molto apprezzata per la sua estetica e per la sua resistenza, tanto che divenne un prodotto di lusso nel mondo romano.

Provenienza e centri di produzione

La produzione della ceramica sigillata si concentrava in diverse regioni dell’Impero, tra cui la Gallia meridionale, in particolare nei grandi centri di produzione come La Graufesenque, Banassac e Lezoux. Altri importanti centri si trovavano in Italia, nella valle del Po, e successivamente in Germania e in altre province romane.

Questi centri svilupparono tecniche avanzate di produzione, utilizzando argille selezionate e lavorazioni complesse che includevano l’uso di matrici per creare decorazioni dettagliate in rilievo. Le decorazioni erano spesso scene mitologiche, figure umane, animali, motivi geometrici e vegetali, che conferivano ai vasi un valore artistico notevole.

Diffusione in Britannia

La ceramica sigillata arrivò in Britannia con l’espansione dell’Impero romano, soprattutto dopo la conquista romana dell’isola nel I secolo d.C. Gli oggetti in terra sigillata trovati in Britannia sono testimonianze significative dei legami commerciali e culturali con il continente. Le importazioni iniziarono principalmente dalla Gallia, ma successivamente anche da altre regioni dell’Impero.

Gli archeologi hanno rinvenuto numerosi esemplari di terra sigillata in siti romani in Britannia, come a Londinium (l’attuale Londra), Verulamium (St Albans), e nei forti lungo il Vallo di Adriano. Questi ritrovamenti includono principalmente piatti, coppe, ciotole e brocche, utilizzati sia per scopi domestici che rituali.

Caratteristiche tecniche e stilistiche

Dal punto di vista tecnico, la ceramica sigillata era realizzata con argille fini che, una volta modellate, venivano decorate e poi cotte a temperature elevate, solitamente tra i 900 e i 1050 gradi Celsius. La superficie lucida era ottenuta applicando uno strato di argilla liquida, chiamato “engobe”, prima della cottura. Questo processo, insieme alla cottura in ambienti controllati, dava alla ceramica il suo caratteristico aspetto brillante.

Le forme più comuni della ceramica sigillata includevano coppe emisferiche, ciotole, piatti e vasi, spesso decorati con figure in rilievo che rappresentavano scene mitologiche, animali, o motivi vegetali e geometrici. Le tecniche di produzione evolvevano nel tempo, con variazioni regionali che riflettevano gusti locali e influenze culturali.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa