La scoperta. Cos’è? Ha 8200 anni, è di pietra liscia ed era d’uso tra le donne. Rispondono gli archeologi

Nera e liscia, senza imperfezioni. La pietra si presenta come un cono estremamente sottile. La parte superiore dell’utensile è dotato di una minuscola protuberanza ribadita attraverso un’incisione circolare. Il reperto è venuto alla luce in un villaggio del Neolitico.

Il ritrovamento è avvenuto nel sito archeologico del tumulo di Yeşilova, situato nel distretto di Bornova, nella moderna città di İzmir, in Turchia. Qui, durante i recenti scavi condotti dall’Associazione Archeologica guidata dall’archeologo Zafer Derin, è stata portata alla luce una matita kohl in pietra, risalente a circa 8.200 anni fa. Questo ritrovamento rappresenta una testimonianza affascinante del culto della bellezza e dell’uso del trucco nella preistoria. La lunghezza dell’oggetto – 9,5 centimetri – potrebbe far pensare che esso non fosse usato solo per il trucco degli occhi – per il quale basterebbe un utensile di dimensioni più limitate – ma per raggiungere anche altre parti del corpo, forse con lo stesso fine decorativo.

L’analisi della composizione chimica del pigmento ha identificato che conteneva ossido di manganese, uno degli ingredienti del kajal in polvere usato dalle donne su occhi e sopracciglia dalla preistoria ai giorni nostri.

Il contesto del ritrovamento: Yeşilova e il distretto di Bornova

Yeşilova, uno dei siti archeologici più antichi della regione egea, vanta una storia che si estende per oltre 8.500 anni. Situato nell’area del moderno distretto di Bornova, İzmir, questo tumulo è stato oggetto di scavi fin dal 2005, rivelando nove insediamenti consecutivi, con testimonianze di una società agricola e marittima. Tra queste, la recente scoperta della matita kohl offre un affascinante spaccato sulla cura personale e l’attenzione alla bellezza delle donne di oltre ottomila anni fa.

La matita kohl: un gioiello di bellezza preistorico

L’oggetto in questione è una matita lunga 9,5 cm, realizzata in pietra, con tracce evidenti di pigmento nero sulla punta. Come ha spiegato Zafer Derin, queste matite erano utilizzate per l’applicazione del kohl, un cosmetico destinato a sottolineare gli occhi, una pratica che ha attraversato i millenni. Il kohl, noto anche come kajal, è una polvere scura a base di minerali come la galena, usata per delineare il contorno occhi e proteggere la vista dall’abbagliamento del sole. E’ evidente che l’occhio, dopo questo trattamento, risulta più evidente, lo sguardo è più intenso, quanto l’espressione. La riga nera tende al recupero – con effetto anti-invecchiamento – di una marcatura dei caratteri e dei colori che si perde nel tempo, a partire dalla prima giovinezza.

Questo scavo dovrebbe aver portato alla luce la matita kohl più antica mai scoperta fino a oggi e conferma che le popolazioni egee dell’epoca attribuivano grande importanza alla loro apparenza. La scoperta di altri strumenti simili in Siria, Iran e Anatolia, ma risalenti a 4.000 anni fa, dimostra che l’uso del kohl non era limitato a una sola regione, ma diffuso in tutto il Vicino Oriente e il Mediterraneo.

La cosmesi nell’antichità: un’arte universale

Nell’Antico Egitto, attorno al 4000 a.C., l’uso di cosmetici era ampiamente documentato. Qui, il kohl veniva utilizzato non solo come elemento estetico, ma anche come parte di rituali religiosi, poiché considerato un “fluido divino”. Gli Egizi associavano la bellezza alla divinità e, di conseguenza, il trucco entrava spesso nei corredi funerari.

Anche nelle culture mesopotamiche e mediterranee, come quelle dei Sumeri, Greci e Romani, il trucco giocava un ruolo centrale. Le statuette sumere di Ur, con i loro occhi pesantemente decorati, ne sono un esempio eloquente. Le donne greche e romane, invece, ricorrevano a una vasta gamma di cosmetici: dalla biacca bianca per il viso, al rosso del minio per le guance, fino alla fuliggine o all’antimonio per delineare ciglia e sopracciglia.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa