Una scoperta suggestiva in fondo a una scala di Petra. Una tomba con 12 scheletri di 2000 anni fa e il mistero del “Santo Graal”

Certo è un bel brivido. Tu imbocchi un percorso nuovo, ti imbatti in un ipogeo, lo illumini e, tra gli scheletri di un sepolcro sconosciuto, noti una coppa di cui ben conosciamo la forma. Scavi condotti nelle scorse settimane dagli archeologi che lavorano per le trasmissioni televisive di Expedition Unknown TV hanno permesso di portare alla luce, sotto il celebre monumento di Al Khazneh, uno dei simboli di Petra, una struttura sepolcrale in un ipogeo contenente i resti scheletrici di almeno 12 individui e un manufatto che ricorda il leggendario “Santo Graal”. Epoca e area permettono di stabilire possibili consonanze stilistiche tra l’oggetto portato alla luce e le coppe utilizzate da Gesù e dai discepoli. Parliamo, certo, di consonanze stilistiche. Perché questi programmi riescono ad accaparrarsi molte curiosità archeologiche in anteprima? Perché contano su archeologi professionisti che valutano i messaggi provenienti da una notevole rete di segnalatori locali e su una notevole capacità organizzativa.

Gli archeologi all’imbocco dell’ipogeo e, a destra, la coppa @ Expedition Unknown di Discovery Channel

Petra: l’antica capitale dei Nabatei

Petra, antica città scavata nella roccia, fu la capitale dei Nabatei, una civiltà araba che dominava le rotte commerciali tra la penisola arabica e il Mediterraneo. Fondata probabilmente nel IV secolo a.C., Petra si trovava in una posizione strategica lungo la Via dell’incenso, che permetteva ai Nabatei di controllare il commercio di spezie e beni di lusso. Al suo apice, Petra ospitava oltre 20.000 persone e si presentava come un centro urbano fiorente, circondato da deserti. Oggi è uno dei siti archeologici più visitati e studiati al mondo, grazie alla sua architettura straordinaria e ai segreti che ancora cela.

Uno dei monumenti più iconici di Petra è Al Khazneh, conosciuto come “Il Tesoro”, un’imponente struttura scavata nella roccia che si crede sia stata costruita nel I secolo d.C. – quindi in epoca romana, secondo lo stile classico occidentale – come mausoleo reale per il re nabateo Areta IV. Tuttavia, il Tesoro ha mantenuto un alone di mistero per secoli, specialmente per quanto riguarda le camere sotterranee ancora inesplorate.

La scoperta della tomba nascosta

Il recente scavo, guidato dal dott. Pearce Paul Creasman, direttore esecutivo dell’American Center of Research (ACOR), e documentato da Josh Gates del programma Expedition Unknown di Discovery Channel, ha portato alla luce una tomba sconosciuta sotto il Tesoro. Questa scoperta è particolarmente significativa perché, a differenza di altre tombe esplorate in passato a Petra, che risultavano vuote o saccheggiate, questa tomba conteneva resti scheletrici ben conservati.

Le ossa appartenevano a 12 individui e si trovavano insieme a manufatti di ceramica, bronzo e ferro. Tra questi oggetti, un calice di ceramica, sorprendentemente simile al leggendario “Santo Graal” del film Indiana Jones e l’ultima crociata, ha catturato l’attenzione degli archeologi e del pubblico.

Il mistero del “Santo Graal”: tra leggenda e realtà

Il “Santo Graal” è uno dei miti più affascinanti della cultura occidentale, spesso descritto come il calice usato da Gesù Cristo durante l’Ultima Cena e ricercato nei secoli come simbolo di potere e saggezza divina. La leggenda ha ispirato innumerevoli racconti, tra cui quello del film di Steven Spielberg del 1989, in cui Indiana Jones, interpretato da Harrison Ford, cerca il Graal proprio a Petra, immaginata come il luogo della sua sepoltura.

La somiglianza tra il calice ritrovato nella tomba sotto Al Khazneh e quello del film ha affascinato gli studiosi. Nonostante sia improbabile che si tratti del vero “Santo Graal”, la scoperta di un oggetto simile ha suscitato l’interesse di esperti e appassionati. Josh Gates ha descritto la coincidenza come “un momento in cui l’arte imita la vita”, riferendosi al legame tra la finzione cinematografica e la realtà archeologica.

Chi erano gli individui sepolti nella tomba?

I resti trovati all’interno della tomba risalgono a oltre 2.000 anni fa, in un periodo di grande prosperità per Petra, ma anche di transizione, poiché la città fu annessa all’Impero Romano nel 106 d.C. Gli scheletri sono stati rinvenuti in condizioni eccezionali, le ossa non erano state spostate o disturbate, segno che la tomba era rimasta intatta per millenni. Questo rende la scoperta ancor più rara e preziosa.

Gli archeologi ipotizzano che le persone sepolte nella tomba fossero membri dell’élite nabatea, data la loro vicinanza al Tesoro, che fungeva da mausoleo reale. Un’analisi dettagliata degli scheletri potrebbe rivelare ulteriori informazioni sulla loro età, stato di salute, dieta e cause della morte, fornendo un quadro più chiaro della vita quotidiana e delle pratiche funerarie di questa antica civiltà.

Petra: un sito ricco di segreti

Nonostante Petra sia stata esplorata per oltre due secoli, la scoperta di nuove tombe e manufatti dimostra che il sito ha ancora molto da offrire agli archeologi e agli studiosi. La città, con i suoi templi, tombe e abitazioni, custodisce ancora molti segreti sotto la superficie. Il dott. Creasman ha affermato che questa scoperta è solo l’inizio: “Anche di fronte a uno degli edifici più famosi al mondo, ci sono ancora enormi scoperte da fare”.

Il futuro delle ricerche

Il team di archeologi continuerà a esaminare i resti scheletrici e i manufatti rinvenuti nella tomba, con l’obiettivo di ricostruire la storia delle persone sepolte a Petra e di comprendere meglio le dinamiche sociali ed economiche dei Nabatei. Petra, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, è una testimonianza viva della grandezza di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Medio Oriente.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa