Che scena è? I misteri notturni della lucerna romana trovata duranti gli scavi Enel Green Power. I soggetti vibranti, le scene torride, alla fiamma. Le storie da comodino narrate dai reperti

Il disegno è di ottima qualità. Fu inciso, poi catturato dalla matrice e utilizzato per una splendida materia, pura, senza grumi che, cotta, divenne vivida e viva. L’oggetto è in terra sigillata italiana. Un prodotto di marca, quindi. Le ceramiche sigillate erano spesso un ampio corredo di suppellettili delle case dei ricchi. Non un prodotto artigianale di poco conto, per l’epoca. Gli studiosi non escludono che, per soggetto epitalamico, la lucerna facesse parte di un dono di nozze.

Resti di un’antica intimità sono emersi in queste settimane nel cuore del Casertano, a Cancello e Arnone, dov’è stata portata alla luce una villa di epoca romana durante i lavori per un impianto di energia rinnovabile Enel Green Power. L’edificio fu realizzato in due periodi distinti: uno risalente alla tarda età repubblicana e inizio dell’età augustea, caratterizzato da strutture in opus reticulatum, e l’altro alla tarda età imperiale, con murature in laterizio. L’area di scavo, di circa 1600 metri quadrati, ha svelato elementi di grande interesse, come pavimentazioni in cocciopesto, dolia (grandi contenitori in terracotta), anfore, e strutture murarie in elevato e in fondazione. Tra gli oggetti, anche gemme incise. Tuttavia, uno dei reperti più curiosi è la parte superiore di una lucerna in terra sigillata italica, ornata da una scena “notturna”.

Questi ritrovamenti offrono preziose informazioni sulle dinamiche insediative dell’ager Falernus, una regione storica di fondamentale importanza per i Romani, conosciuta per la sua fertilità. Non è improbabile che si trattasse di una villa di campagna. Molti nobili e borghesi traevano reddito dalle proprietà agricole. E spesso le ville di campagna erano utilizzate per i periodi di villeggiatura – che da esse il nome traggono – , coincidenti con quelli dei raccolti. I lavori sono stati diretti scientificamente dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici per le province di Caserta e Benevento. Il Soprintendente Mariano Nuzzo ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati nella tutela del patrimonio culturale, permettendo di conciliare sviluppo e conservazione.

La lucerna in sigillata italica

La lucerna ritrovata appartiene al tipo di ceramica chiamata sigillata italica, una categoria di ceramica fine sviluppata in Italia durante il periodo romano, particolarmente pregiata per il suo aspetto rosso lucente e le decorazioni. Le lucerne erano strumenti d’illuminazione fondamentali nelle abitazioni e negli spazi pubblici romani, utilizzate principalmente per rischiarare gli ambienti nelle ore serali. Il termine “sigillata” deriva dal latino sigillum, che significa “sigillo” o “marchio”, poiché queste ceramiche erano spesso caratterizzate da decorazioni impresse con matrici.

La scena “notturna” rappresentata sulla lucerna è di ottima fattura disegnativa ed è particolarmente intensa. Le decorazioni venivano generalmente realizzate tramite incisioni o stampi applicati all’argilla fresca prima della cottura. Qui si rappresenta il momento del disvelamento. E’ per questo probabile che il tema epitalamico possa essere legato a una sorta di corredo nuziale, all’interno del quale la lucerna rientrava.

Perché la sigillata italica è rossa-arancione?

La colorazione rosso brillante della sigillata italica è dovuta all’utilizzo di argille ricche di ossidi di ferro, che durante la cottura conferiscono alla ceramica la tipica tonalità rossa. Questo colore poteva essere ulteriormente accentuato grazie a una tecnica di verniciatura, che rendeva la superficie particolarmente lucida. La qualità della sigillata italica, molto apprezzata in epoca romana, ha fatto sì che venisse esportata in tutto l’impero.

Tecniche decorative sulla sigillata italica

Le decorazioni della sigillata italica si ottenevano tramite stampi o matrici che imprimevano figure e motivi sull’argilla morbida. Questi stampi permettevano di riprodurre in serie immagini mitologiche, figure di divinità, scene di vita quotidiana e simboli propiziatori, rendendo la ceramica un mezzo di diffusione culturale e artistica.

La funzione psicologica della lucerna. Le immagini erano in lieve movimento

Oggi è difficile immaginare il valore assoluto delle lucerne e la loro funzione di orientamento psicologico, in direzione della notte, che è sempre stato un momento complesso e delicato. L’ultima immagine che i nostri antenati vedevano era quella impressa sulla lampada stessa. Era questa immagine – Divinità o intenzione che fosse – a permanere qualche istante sulla retina, anche nel buio, e ad essere portata nel letto e nel sogno.

La lanterna aveva pertanto anche una funzione di indirizzo. Era “colei” che accompagnava, rassicurando che, anche in assenza di fiamma, la buona notte sarebbe continuata. In alcuni casi, come la lampada trovata nel casertano, avevano come fine quello di accendere una fiamma convergente in lei e in lui.

Il disegno – come possiamo notare – è estremamente realistico e accurato. Esso appartiene a quei classici dell’iconografia di questo genere che appaiono anche a Pompei, a livello di affresco, o sui gettoni utilizzati nei luoghi pubblici dell’amore. Notevole si rivela l’azione di disvelamento della scena. I corpi sono maggiormente in rilievo, rispetto al resto della scena. Ciò li tendeva oggetto di illuminazione radente maggiore. L’oscillazione della fiamma induceva poi una sorta di movimento in queste figure ferme e sulle onde frante delle lenzuola.

Le lucerne romane erano spesso decorate con scene e simboli incisi sulla parte superiore o sul disco. I soggetti rappresentati su queste lucerne erano vari e riflettevano aspetti religiosi, mitologici, simbolici e della vita quotidiana. Ecco alcuni dei principali temi iconografici che evidentemente non era decorativi tout court ma esercitavano una funzione orientativa, rispetto alla notte stessa:

  1. Divinità e scene mitologiche: Le divinità romane erano un soggetto comune, con rappresentazioni di Giove, Marte, Minerva, Venere, Diana e Apollo, spesso scelte per le loro qualità protettive o benefiche. Tra i soggetti mitologici, erano raffigurati anche eroi come Ercole o scene mitologiche famose.
  2. Figure apotropaiche: Alcune lucerne presentavano simboli o figure apotropaiche, ossia immagini considerate protettive. Un esempio è la rappresentazione del fallo, simbolo di fertilità e protezione contro il malocchio. Altri simboli apotropaici includevano i Gorgoni, leoni, aquile e altre creature in grado di allontanare le influenze negative.
  3. Animali: Diverse lucerne raffiguravano animali simbolici come cani, pavoni, delfini e serpenti, ciascuno associato a particolari credenze o divinità. Ad esempio, il pavone era simbolo di immortalità e spesso collegato a Giunone, mentre il serpente era associato alla guarigione e alla protezione domestica.
  4. Scene di vita quotidiana: Anche aspetti della vita quotidiana erano rappresentati, come scene di lavoro agricolo, figure di contadini e strumenti usati per il raccolto. Questi temi avevano lo scopo di celebrare e immortalare le attività quotidiane, mostrando l’importanza della produttività e della prosperità.
  5. Simboli di abbondanza e fertilità: Alcune lucerne raffiguravano simboli legati alla fertilità, come grappoli d’uva, frutti e spighe di grano, per attirare abbondanza e buoni raccolti. Questi simboli riflettevano l’importanza dell’agricoltura nella società romana.
  6. Rappresentazioni di Bacco, scene dionisiache, notti nuziali: Bacco, il dio del vino e del piacere, era una figura comune, spesso raffigurato in scene di festa con satiri, menadi e animali esotici. Queste scene evocavano un senso di divertimento e rilassamento, enfatizzando il ruolo del vino nella cultura romana. Nell’ambito di questa categoria possono essere annoverate le “lucerne nuziali” con le delizie del talamo.
  7. Motivi vegetali e geometrici: Oltre alle figure, molte lucerne presentavano decorazioni vegetali (foglie di vite, rami di alloro) o motivi geometrici che non avevano significati particolari ma erano scelti per la loro estetica.

Le lucerne romane, dunque, non erano solo strumenti funzionali, ma anche mezzi di espressione culturale e simbolica, riflettendo la complessità della vita spirituale e quotidiana della civiltà romana. Questi reperti permettono oggi agli archeologi di comprendere meglio le credenze e i valori che caratterizzavano le diverse classi sociali nell’antica Roma.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa