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Un vecchio compagni d’armi, muore al rogo. Era il migliore. Aiutava gli altri, era coraggioso, aveva la forza d soffrire per il gruppo. Le cronache antiche non hanno il potere di comunicarci lo sguardo strabiliato della comunità autentica – quella che aveva visto, ma che non poteva rendere testimonianza. Eppure tanti santi eroi furono espressi proprio dall’esercito.
Un amuleto cristiano di grandi dimensioni. Un pendente da portare al collo o con il quale dotare un cavallo, è stato trovato in queste ore in un’antica città romanizzata, poi bizantina.
Durante gli scavi nella città antica di Adrianopoli, in Anatolia, è stato rinvenuto un amuleto datato al V secolo d.C., raffigurante una scena di grande fascino e complessità iconografica: un cavaliere, identificato dagli archeologi turchi come il profeta Salomone, mentre trafigge il diavolo. Questa scoperta, descritta dal professor Ersin Çelikbaş dell’Università di Karabük, rappresenta un caso unico per l’archeologia anatolica e apre una serie di quesiti interpretativi.
Inizialmente, il team di ricerca ha interpretato l’immagine come quella del profeta Salomone, una figura di grande rilevanza sia nella Bibbia che nel Corano, conosciuto per la sua saggezza e per la capacità di dominare demoni e spiriti. Tuttavia, secondo gli studiosi italiani ‘iconografia di un cavaliere a cavallo che sconfigge un demone o un drago caratterizza santi-soldati come San Giorgio e San Teodoro, particolarmente venerati nel mondo cristiano orientale. Cerchiamo quindi di comprendere meglio chi siano questi protagonisti e cosa li leghi alla scena ritrovata.
L’anfiteatro del Mar Nero e la centralità di Adrianopoli
L’antica Adrianopoli, nota anche come la “Zeugma del Mar Nero” per la sua ricchezza archeologica, fu un insediamento di grande importanza militare, con una storia che abbraccia epoche diverse, dal tardo Calcolitico fino all’inizio del periodo bizantino. La città ospitava una guarnigione e, come testimoniato da vari reperti, fungeva da centro di controllo strategico nella regione. La presenza di un amuleto militare sembra dunque legata al ruolo protettivo attribuito a figure religiose in contesti di guerra, come appunto Salomone o alcuni santi guerrieri.
Salomone: re, profeta e dominatore dei demoni
Salomone è una figura venerata in tutte le principali religioni monoteiste. Nella tradizione ebraica e cristiana, è considerato un re saggio e potente, noto per la costruzione del tempio di Gerusalemme. Nella tradizione islamica, Salomone (Sulaymān in arabo) è anche un profeta dotato di poteri speciali, tra cui la capacità di comandare i demoni (djinn) e altri esseri soprannaturali. La sua immagine associata al controllo di forze oscure è radicata nelle tradizioni mistiche, ed è questo che potrebbe spiegare la sua raffigurazione sull’amuleto.
Tuttavia, Salomone non è generalmente rappresentato come un cavaliere a cavallo, né è associato all’iconografia della battaglia fisica contro un demone o un drago. La sua lotta contro le forze oscure è piuttosto un dominio spirituale o magico. Per questo motivo, l’interpretazione dell’immagine del cavaliere come Salomone appare meno coerente con le raffigurazioni classiche di questa figura. Si tratta ora di capire se Salomone sia citato nell’incisione, come motivo di ispirazione di uno dei due santi cristiani.
Le vite di San Teodoro e San Giorgio: collegamenti storici e geografici
San Teodoro di Amasea: il santo guerriero dell’Anatolia
San Teodoro di Amasea, noto anche come San Teodoro Tirone, è una figura di particolare rilevanza per l’Anatolia. Vissuto nel III secolo d.C., era un giovane soldato romano, nato proprio ad Amasea (nell’attuale Turchia settentrionale), e servì nell’esercito romano. Teodoro è ricordato come martire e guerriero cristiano: secondo la leggenda, rifiutò di rinunciare alla sua fede cristiana e, come atto di ribellione contro l’idolatria romana, appiccò il fuoco a un tempio pagano. Per questo gesto fu condannato a morte e bruciato vivo sotto l’imperatore Galerio.
La venerazione per San Teodoro si diffuse rapidamente nell’area anatolica e nelle regioni orientali dell’Impero romano, dove fu spesso considerato un protettore militare e un difensore della fede. L’iconografia di San Teodoro lo rappresenta frequentemente come un cavaliere che uccide un drago, o come un soldato a piedi in armi. La sua storia, il suo culto in Anatolia e il suo simbolismo guerriero rendono San Teodoro un candidato plausibile per la figura rappresentata sull’amuleto ritrovato ad Adrianopoli.
San Giorgio: un santo dall’Oriente all’Occidente
San Giorgio, un altro santo guerriero, visse in un periodo vicino a quello di San Teodoro. Si ritiene che fosse nato nella regione di Cappadocia, in Anatolia, verso la fine del III secolo d.C. Anch’egli servì nell’esercito romano e divenne noto per la sua fede incrollabile. Fu martirizzato sotto l’imperatore Diocleziano per aver difeso la sua fede cristiana, e la sua storia si intreccia con quella di San Teodoro, poiché entrambi sono visti come protettori dei cristiani contro il male e le forze pagane.
San Giorgio è forse più noto in Occidente per la leggenda del drago, ma la sua iconografia come cavaliere a cavallo che sconfigge un demone era già diffusa nell’Oriente cristiano. La leggenda del drago, simbolo del male o del paganesimo, fu probabilmente aggiunta e sviluppata in epoca medievale, ma l’associazione tra San Giorgio e la vittoria sulle forze oscure era presente già nel V secolo.
Potenziali collegamenti con il medaglione di Adrianopoli
Il contesto storico e geografico di San Teodoro e San Giorgio offre spunti significativi per comprendere la scelta della figura ritratta sull’amuleto rinvenuto ad Adrianopoli. L’Anatolia, allora parte del mondo cristiano orientale, era un’area fortemente influenzata dal culto dei santi guerrieri, sia per la vicinanza geografica ai luoghi legati alle loro vite, sia per il ruolo militare strategico di regioni come Adrianopoli.
L’iconografia dell’amuleto che mostra un cavaliere nell’atto di trafiggere un demone è tipica dei santi guerrieri, e in particolare di San Teodoro, venerato proprio nell’area anatolica, e di San Giorgio, anch’egli nativo dell’Anatolia e venerato come protettore militare. L’immagine di questi santi che vincono il male avrebbe avuto una forte risonanza simbolica per una guarnigione militare cristiana in Anatolia, conferendo una protezione soprannaturale ai soldati in un periodo di crescente minaccia da parte di forze esterne e di instabilità politica.
Questi dettagli storici e geografici rafforzano l’idea che il medaglione possa rappresentare uno di questi due santi piuttosto che Salomone, la cui iconografia non si associa solitamente all’azione militare.