Si riparavano per sicurezza, per cercare un luogo più caldo in cui sopravvivere. Ma al tempo stesso le voragini nere che si aprivano dietro alle loro spalle costituivano un diretto contattato con l’Aldilà. Che succede se si scava in un luogo come questi? Che cosa nasconde la grotta?
La Grotta delle Foglie, situata a Hagen-Holthausen nella Renania Settentrionale-Vestfalia, si conferma uno dei siti archeologici più importanti della Germania. Durante la campagna di scavo del 2023, esperti e studenti delle università di Bochum, Colonia e Bonn, coordinati dal Landschaftsverband Westfalen-Lippe (LWL), hanno portato alla luce un camino mesolitico unico nel suo genere, tre punte di freccia in selce del tardo Paleolitico e un frammento di arpione in osso o corno.
Questi ritrovamenti offrono una finestra sullo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori della preistoria europea, segnando un altro importante passo avanti nella comprensione delle culture umane dell’epoca.
Il camino: legame con passato mesolitico
Il camino rinvenuto risale al tardo Mesolitico, tra il 7.000 e il 6.500 a.C., ed è stato datato tramite analisi al radiocarbonio di carboni recuperati al suo interno. L’area del focolare, di circa 70 centimetri di diametro, è incorniciata da pietre calcaree con evidenti tracce di calore. Le pietre avevano la funzione di ottimizzare la quantità di legna, facendo convergere i fiumi e sollevandoli. E’ probabile che chi realizzò il fuoco, avesse contato sulla presenza di tiraggi naturali all’interno della grotta che asportavano i fumi.
Si tratta di una scoperta rara e significativa, che getta luce sulla vita quotidiana degli ultimi cacciatori-raccoglitori dell’Europa centrale, che si stavano adattando al progressivo cambiamento climatico dopo l’ultima era glaciale.
Le punte di freccia in selce: tecnologia e abilità
Accanto al camino, gli archeologi hanno trovato tre punte di freccia in selce ben conservate. Questi manufatti, risalenti al tardo Paleolitico, sono stati descritti dall’archeologo Michael Baales come “fantastici” e unici per la regione.
Le punte, utilizzate probabilmente per la caccia di animali di medie dimensioni, testimoniano le capacità tecniche e il sofisticato artigianato dei gruppi umani che popolavano l’area tra 12.000 e 9.000 anni fa.
Il frammento di arpione: un simbolo di adattamento
Un altro ritrovamento eccezionale è il frammento di un arpione, lungo 4,9 centimetri e con due aculei ancora ben visibili. Questo manufatto, noto come “punta spinata a fila singola”, potrebbe risalire alla fine del Paleolitico o a un periodo successivo. Le spine avevano la funzione di non rendere estraibile la freccia e di moltiplicare la gravità della ferita.
A cosa serviva l’arpione?
Gli arpioni erano strumenti versatili e indispensabili per i cacciatori preistorici. Utilizzati principalmente nella pesca, erano perfetti per catturare pesci di grandi dimensioni nelle acque interne o costiere. La punta spinata serviva a trattenere le prede una volta colpite, aumentando l’efficacia dell’arma.
Oltre alla pesca, gli arpioni potevano essere usati nella caccia di animali acquatici come uccelli palustri. La loro presenza indica un’ampia conoscenza delle risorse naturali e un adattamento alle sfide dell’ambiente.
Un sito di rilevanza internazionale
La Grotta delle Foglie non è nuova a scoperte straordinarie. In passato, sono stati ritrovati resti umani e animali, oltre a strumenti in pietra che testimoniano la presenza umana fin dalla fine dell’ultima era glaciale. Quest’anno segna il 20° anniversario della scoperta del sito come area di interesse archeologico, un traguardo che sarà celebrato con una pubblicazione e un evento speciale presso il Museo archeologico di Hagen.
Futuro incerto per gli scavi
Nonostante il successo della campagna di scavo, il futuro delle ricerche nella Grotta delle Foglie è incerto. I finanziamenti regionali per la conservazione dei monumenti storici saranno significativamente ridotti a partire dal 2025, e si attende una decisione sulla richiesta di ulteriori fondi dalla Fondazione Tedesca per la Ricerca (DFG).
Questi tagli minacciano di interrompere l’esplorazione di un sito che, anno dopo anno, continua a rivelare tesori inestimabili sulla storia umana.
La Grotta delle Foglie resta un faro per la ricerca archeologica, capace di illuminare aspetti cruciali della preistoria europea e di affascinare con ogni nuovo ritrovamento.