E’ un luogo bellissimo. Ti affacci dalla finestra della villa ottocentesca e, lì sotto, a pochi metri, le onde del mare contrassegnano il ritmo morbido di una giornata dolcissima. Cosa c’era in quel punto? Basta guardati attorno per capire che l’edificio ottocentesco inglobò strutture romane. E che ci sono parti dell’antico edificio, nell’acqua, sommerse, da esplorare.

Il focus della Soprintendenza napoletana è su Villa Ferretti, situata in via Lucullo a Bacoli, in Campania, alle pendici del Castello Aragonese di Baia. Essa rappresenta un affascinante esempio di fusione tra l’architettura ottocentesca e le vestigia dell’antica Roma. Costruita alla fine del XIX secolo da una facoltosa famiglia di armatori genovesi, la villa si distingue per il suo ampio parco e la spiaggia privata, offrendo una vista panoramica sulla costa flegrea.
Storia recente e valorizzazione
Negli anni ’90, Villa Ferretti fu coinvolta in vicende legate alla criminalità organizzata, venendo confiscata nel 1997. Nel 2003, la proprietà passò al Comune di Bacoli, che nel 2015 avviò lavori di valorizzazione con l’obiettivo di trasformare il sito in un parco pubblico. Durante questi interventi, sul pendio occidentale del parco, sono state scoperte strutture in opus reticulatum, già note attraverso cartografie ottocentesche e incisioni antiche, appartenenti a un edificio romano di notevoli dimensioni disposto su terrazze sovrapposte e attualmente parzialmente sommerso.
La villa romana sommersa
Le indagini archeologiche hanno rivelato la presenza di una serie di ambienti appartenenti a una villa marittima che si estendeva per circa 110 metri dalla linea di costa attuale. Le strutture sommerse includono pavimenti a mosaico e resti di murature, testimoniando l’opulenza e l’importanza del complesso nell’antichità. L’archeologia subacquea ha inoltre individuato una struttura, precedentemente nota ma non sufficientemente documentata, attribuibile a un presunto molo di epoca romana e a piani attualmente sotto il livello del mare. Ecco le linee, sott’acqua.
Il contesto dei Campi Flegrei
La scoperta di questa villa si inserisce nel ricco contesto archeologico dei Campi Flegrei, area nota per la presenza di numerosi siti di epoca romana. Baia, in particolare, era celebre per le sue terme e le lussuose residenze aristocratiche. Il fenomeno del bradisismo, caratteristico della zona, ha causato nel tempo l’abbassamento del suolo e la conseguente sommersione di diverse strutture antiche, oggi visitabili nel Parco Archeologico Sommerso di Baia.
Le terme sommerse di Punta Epitaffio
Un esempio emblematico delle meraviglie sommerse dei Campi Flegrei è rappresentato dalle terme sommerse di Punta Epitaffio. Questo complesso termale di epoca romana, situato ad est di Punta dell’Epitaffio, giace a una profondità media di cinque metri. Le terme, estese su circa 1.700 metri quadrati, presentano ambienti con pavimenti a mosaico e strutture ben conservate, offrendo una testimonianza tangibile della sofisticazione architettonica romana. Grazie a tecnologie moderne, è possibile effettuare tour virtuali che ricostruiscono l’aspetto originario del complesso, permettendo ai visitatori di immergersi nella storia senza bagnarsi.
Prospettive future
Le scoperte effettuate a Villa Ferretti e nelle aree circostanti sottolineano l’importanza di proseguire le ricerche archeologiche nella zona. La valorizzazione di questi siti non solo arricchisce la conoscenza del passato romano dei Campi Flegrei, ma rappresenta anche un’opportunità per promuovere il turismo culturale e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della tutela del patrimonio sommerso. Inoltre, l’integrazione di tecnologie innovative, come la realtà virtuale, potrebbe rendere accessibili queste meraviglie nascoste a un pubblico sempre più ampio, garantendo al contempo la conservazione dei siti per le future generazioni.