Stile arte intervista Alberto Fichera, il cui dipinto ha conquistato il secondo posto, sezione pittura al Premio Nocivelli 2014.
L’intervista è preceduta dall’analisi critica di Renzo Mangili, componente la Giuria, pubblicata sul catalogo del Premio.
“Una volta omologato il principio della Transavanguardia, l’espressione iconica bidimensionale, la pittura pittura, ha
ritrovato integra dignità di esercizio, senza vincoli di modalità, senza necessità di obliterare i segni della sua storia. – scrive Mangili –
Nella pittura pittura del veronese Alberto Fichera, la contaminazione retrospettiva include la grafica di manifesto
novecentesca e la carica espressionistica del fumetto. In essa, il bizantinismo della stilizzazione lineare e della
reiterazione di “motivi” e morfemi si sposa alla bulimia del materico.
Nel quadro qui proposto, senza cornice (ulteriore aspetto di “conquista”), intitolato alla Memoria personale, una
figura caricata occupa una posizione letteralmente marginale, meno di un quarto di superficie. Il resto è campitura,
lavagna cancellata; intonacatura cromatica di tono caldo, portata allo stato di compiaciuto pittoricismo, spatolata
e rispatolata fino all’accumulo dell’energia sufficiente alla scaturigine di quella luce che irradia dall’angolo superiore
destro. L’attore, anoressico tipo con maschera, rappresenta certamente un autoritratto: un generico ritratto
mancherebbe, sul piano inventivo, la perfezione del corollario.
L’autore stesso, in una descrizione di accompagnamento all’opera, confessa: “Lo smalto sullo sfondo è stato
usato per coprire tutto ciò che volevo dimenticare, i tatuaggi sulle braccia rappresentano tutto ciò che voglio
ricordare”. A questo punto, il soggetto verbalizzante potrebbe essere esaustivo, aggiungendo di essere per di
più intenzionato a tutelare ogni marchiatura indelebile come un vero e proprio patrimonio storico (e di bellezza)
individuale.
Di conseguenza, la luce sprigionante dalla lavorazione del fondo muto (intonaco sensibile o spazio di nebbia, fa
lo stesso), va interpretata quale metafora di insorgente nuova aspettativa. Siamo di fronte alla pagina di uno degli
infiniti diari del pianeta, largamente intercambiabili. Il vissuto di uno come specchio del vissuto di milioni. Specchio,
non è escluso, anche degli appetiti autorealizzativi indotti dalla cultura contemporanea. Forse non a caso, nella
maschera, si coglie una parentela somatica con il vittorioso Cattelan, altro creativo venuto dal Veneto”.
INTERVISTA VINCITORI
Iniziamo con una breve scheda biografica
Mi chiamo Alberto, sono nato a Verona, 20 anni fa, personalmente non credo sia possibile incasellare il mio stile in una delle correnti artistiche conosciute considerando il fatto che la mia formazione artistica è ancora in divenire.
La mia creatività si basa sul non rimanere troppo ancorato su una singola modalità operativa perchè preferisco sperimentare tecniche pittoriche e materiali differenti.
Riassumendo quindi non riesco a specificare il mio orientamento stilistico ed espressivo in quanto al momento coesistono in me più stili ma, dal momento che nessuno prevale sull’altro, penso sia impossibile definirmi appartenente a UNO solo di essi.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Traggo ispirazione da svariati settori che hanno profondamente influenzato la mia poetica pittorica e da svariati artisti tra cui Shepard Fairey, Leonid Afremov, Alexa Meade e poi M. Duchamp che con la SUA “Fontana” ha rivoluzionato il mondo dell’arte, P. Manzoni per la sua arte concettuale, ma anche J. Pollock, Magritte, Escher, Boccioni, Man Ray, Kandinsky, Irving Penn e molti altri ancora per le arti visive.
In ambito cinematografico ammiro i lavori di I. Bergman, S. Kubrick e Carl Dreyer.
Tra i filosofi che ammiro di più vanno citati F. Nietzche e il suo Nichilismo, A. Schopenahuer, Hegel, Pascal, ma più di tutti Leibniz e la sua teoria sulle Monadi.
Per quanto riguarda la letteratura D’annunzio, Wilde, Kafka, Calvino, Poe, Baudelaire, sono certamente gli scrittori che più mi hanno colpito.
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
L’opera presentata: “La memoria” chiude una serie di 6 quadri che narrano lo sviluppo di una storia d’amore, dalla nascita alla rottura. L’ultimo (appunto, “La memoria”) rappresenta il momento in cui il soggetto riesce a dimenticare la persona amata. Lo smalto sullo sfondo rappresenta i depositi del tempo che scorre che vanno a coprire tutto ciò che è passato e che deve essere dimenticato, i tatuaggi su braccia e collo simboleggiano invece ciò che va ricordato. Nonostante tutto sullo sfondo rimangono delle “cicatrici” segno che ogni storia d’amore lascia a seguito di una rottura.
E-mail: fichera.alberto94@gmail.com
Sito: https://www.facebook.com/A.Fichera.arte
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