Stile arte intervista Alessandra Carosi, insignita del terzo premio nella sezione fotografia del Nocivelli 2018
https://www.premionocivelli.it/opera/ruota-temperamento-collerico
Iniziamo con una breve scheda anagrafica. Sotto il profilo della produzione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Sono nata nelle Marche nel 1984. Dopo aver studiato Design al Politecnico di Milano vi ho lavorato come ricercatrice a contratto presso il Dipartimento di Design e Ingegneria Gestionale. Nel 2012-2013 ho frequentato il corso di fotografia analogica e digitale presso il CFP Bauer e nel 2016-2017 ho perfezionato i miei studi seguendo il Master in Fotografia dello IUAV di Venezia. Ho collaborato con fotografi italiani e internazionali come Guido Guidi e Thomas Mailaender di cui sono stata assistente. Vivo e lavoro a Parigi.
La mia ricerca si basa sulla combinazione e la ricontestualizzazione di immagini al fine di creare nuove visioni poetiche, aprire nuove associazioni e prospettive di senso, mettendo in discussione quello che è normalmente percepito come il senso denotativo della realtà. Ricorro all’astrazione, all’evocazione e all’uso della simbologia per tradurre aspetti psicologici ed emozionali in sinestesie visive.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Tendo per natura al escludere l’unicità di pensiero. Pertanto non posso rispondere con una singola risposta, e nemmeno una breve sintesi, che reputerei riduttiva. Sono una persona estremamente curiosa e, di conseguenza, vivo in una sorta di bulimia costante di stimoli. L’arte visiva sicuramente è una delle fonti inesauribili da cui attingo, ma anche la poesia, l’antropologia, la psicologia fanno parte del mio bacino di interessi. In generale ciò da cui traggo ispirazione mantiene un legame con alla mia produzione ma tendenzialmente indiretto, come dire, uno stimolo filtrato dalla mia rielaborazione, non una trasposizione. Poiché la fantasia, parafrasando Bruno Munari, “nasce dalle relazioni che il pensiero fa con ciò che conosce”, penso sia indispensabile per la propria creazione artistica permetterle di respirare e creare connessioni ampliando ciò che si conosce. Da qui nasce il mio eclettismo. Posso elencarle di seguito le ultime attività che mi hanno colpito recentemente: uno spettacolo di danza intitolato Rain di Anne Teresa de Keersmaeker musicato da Steve Reich, la personale di Franz West al Centre Pompidou e un convegno sulla subcultura Anime Manga giapponese.
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
L’opera presentata al premio Nocivelli, la quale ha vinto il terzo premio nella sezione fotografia, si intitola Ruota (Temperamento Collerico).
Si tratta di un trittico che interpreta il temperamento collerico ed appartiene ad un progetto più ampio chiamato Ruota. Il progetto trae ispirazione dalla teoria umorale rendendola l’archetipo del mio percorso di scoperta del mondo e consiste in un viaggio emozionale attraverso le diverse personalità psicologiche con l’obiettivo di trasformare la ricerca dell’invisibile in un poema visivo. La teoria umorale fonda le sue origini in Ippocrate di Kos (460 a.C. – 377 a.C.) che formulò quella che in Occidente è considerata una delle prime teorie eziologiche. In base a questa corrente di pensiero le malattie non deriverebbero dalla volontà divina o dalla magia, bensì da squilibri degli umori all’interno dell’uomo. L’uomo sarebbe dotato di quattro umori, che sono di fatto fluidi corporei: la bile gialla, la bile nera, la linfa (o flegma) e il sangue. Dall’equilibrio o squilibrio degli umori dipende la salute o la malattia. La prevalenza di un umore rispetto agli altri produce il corrispondente temperamento. Pertanto tali umori definiscono il temperamento di una persona: sanguigno, flemmatico, collerico e melanconico. Nel tempo, la dottrina degli umori non si limita a spiegare la genesi e il decorso delle malattie, ma assume lentamente una connotazione psicologica, perché introduce la corrispondenza tra umore e carattere (Jung). Ho scelto questa teoria come base di partenza delle mie esplorazioni visive in quanto mi ha permesso di connettere l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande, a rimarcare la connessione intima delle componenti del mondo. Difatti Macrocosmo e Microcosmo consistono in due concetti che descrivono la natura circostanziale del mondo che si riflette nel piccolo come nel grande, nell’uomo come nell’universo. Ciò comporta l’uomo a considerarsi all’interno e allo stesso tempo specchio stesso del mondo in cui egli si incorpora, fatto della sua stessa essenza e assoggettato alle medesime leggi.
La teoria umorale, quindi, mette in relazione molteplici aspetti dell’universo, presenta corrispondenze profonde con gli elementi che lo compongono, con l’alchimia e l’astrologia, con la teoria dei colori (Goethe), i quattro elementi e le qualità della materia (Aristotele), il trascorrere delle stagioni così come con le fasi della vita, i solidi platonici, etc. Gli umori aumentano in stagioni diverse e predominano in diverse età della vita e di conseguenza i temperamenti, come nella simbologia della ruota, girano, perchè tutto si muove, tutto torna, tutto ruota.
Sent by Barbara Bongetta
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