Stile arte intervista Alessia Fiore insignita del primo premio, Sezione Pittura, al Nocivelli 2018 per l’opera Dentrofuori, che pubblichiamo qui sotto.
https://www.premionocivelli.it/opera/dentrofuori
Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Sono nata nel 1997 a Varese. Affascinata da sempre dal mondo dell’arte ho intrapreso un percorso all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, cercando di cimentarmi il più possibile in opportunità che permettessero a studentesse esordienti come me di cominciare a mettersi in gioco.
La pittura è il medium con cui sento una maggiore affinità, intesa però come un dispositivo per tentare di analizzare il confine con più linguaggi e sondare i limiti tra quanto è ritenuto “tradizionale” e le infinite potenzialità di slittamento di tale tradizione pittorica variandone pratica, supporti, parametri in funzione del contenuto da veicolare.
Molto più spesso infatti la scelta di un determinato mezzo espressivo e stilistico viene orientato per me da una necessità insita al contenuto dell’opera, cui il medium tende ad uniformarsi per parlarne “la giusta lingua”-
Temi che ricorrono nel mio lavoro sono l’indagine sullo spazio e su come il nostro sguardo sia in grado di attivarlo, nonché la capacità di alcuni elementi di farsi metonimia di esplicite sensazioni.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Mi risulta difficile definire con esattezza delle singole opere o influenze. Tendo a tenere diari in cui annoto suggestioni, pensieri, opere e spunti vari continuamente e relative ad ognuno di questi ambiti, che spesso sfumano l’uno nell’altro anch’essi più o meno consapevolmente. Suppongo che in qualche modo diventino semplicemente parte di me e si ripresentino puntualmente in altre forme. I libri sono però una grande fonte di ispirazione per me e talvolta punti di partenza: Calvino, Rovelli, Bachelard, Simic, Perec.
In linea generale, tutto quanto mi aiuti a ricordare che la poesia è nascosta anche dove non avrei mai immaginato.
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
Dentrofuori , l’opera presentata in occasione della X Edizione del Premio Nocivelli, tratta una dialettica tra spazi. Tra “dentro” e “fuori” relativi e mutevoli a seconda della percezione, della nostra posizione.
Tratta equilibri fragili, una realtà su più strati che si fa simbiotica con l’ambiente che la ospita nella sua trasparenza oscillante. La televisione era divenuta per me attivatrice di una serie di quesiti e di sensazioni. C’è una realtà che appare solo come riflesso in lontananza attraverso una finestra, che è però sullo strato più vicino a noi. Accendo la televisione. Entro in un’altra realtà? Che realtà? Che spazio occupiamo? In che tempo?
Un uomo che guarda se stesso in televisione occupa due spazi contemporaneamente? Come? Cosa è dentro, cosa fuori, quando può essere entrambe le cose insieme? Quest’opera è nata da un crescendo di interrogativi, uno sull’altro, uno dentro l’altro, a creare un’immagine che non vuole essere in ultimo una risposta ma che diventa alla fine un pensiero e una domanda essa stessa.
Sent by Barbara Bongetta
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