Archeologia. Aspirano acqua e fango ed ecco “catturati” gioiellini pre-etruschi. Immersioni al freddo nel lago di Bolsena. Recuperate anche ceramiche. Com’era quel villaggio e cos’è quel “sole” nel lago?

La bolla gialla, come un sole che spinge dal basso fondale del lago, era il luogo di culto, nell’età del Ferro, di una popolazione villanoviana. La cultura villanoviana è quella, per intenderci, dalla quale sarebbe scaturito il mondo etrusco.

Il luogo di culto si presenta come una bolla chiara sull’azzurro dell’acqua. Poco distante c’era il villaggio

Più arretrato c’era il villaggio, che sorgeva poco più in là, verso la piana. Un giorno un tremendo incendio colpì le abitazioni. Tutto crollò. Nessuno, probabilmente, rimestò, poi, accuratamente, tra ceneri e detriti. Era diventato un luogo tabù? Le acque, alzandosi, coprirono villaggio e il tumulo circolare, chiamato l’aiuola. E’ per questo che tanto si è conservato.

Il mistero riaffiora dalle acque

Le profondità del lago di Bolsena custodiscono un tesoro straordinario, un complesso insediativo sommerso che sta gradualmente rivelando i suoi segreti grazie a un meticoloso lavoro di esplorazione archeologica. Si tratta del sito del Gran Carro, un insediamento che risale alla prima Età del Ferro (IX secolo a.C.), identificato come uno dei più importanti complessi villanoviani dell’Italia centrale.

Gli studi finora condotti hanno permesso di distinguere chiaramente due aree principali: una zona abitativa, costituita da capanne lignee crollate e annerite dal fuoco, e una monumentale area cultuale, localizzata in prossimità del tumulo funerario noto come Aiola.

Il prezioso materiale recuperato in queste ore

Le operazioni di ricognizione e scavo stanno restituendo un ricchissimo repertorio di reperti, che spaziano dalla ceramica ai metalli. Vasi in terracotta, preziosi per lo studio delle abitudini alimentari e quotidiane degli antichi abitanti del villaggio, affiorano accanto a oggetti in metallo di straordinaria fattura.

Tra questi, spiccano anellini, catenelle, rotelle raggiate, aghi e fibule, elementi che testimoniano l’importanza dell’abbigliamento e dell’ornamento personale nelle comunità villanoviane. Significativa è anche la scoperta di strumenti legati alla filatura e alla tessitura, indizi di un’economia domestica sofisticata e di un’artigianalità sviluppata. “Si stanno svolgendo in queste settimane importanti attività di tutela da parte del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza in collaborazione e con l’assistenza dell’Aliquota Carabinieri Subacquei di Roma finalizzate alla messa in evidenza e pulizia di alcune aree dell’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro da destinarsi al percorso subacqueo di prossima apertura grazie ai fondi stanziati nell’ambito del PNRR-Caput Mundi”. spiega la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale

“Nonostante la scarsa visibilità di questo periodo dell’anno e la temperatura fredda dell’acqua (8-9 gradi), – prosegue la Soprintendenza – questa cooperazione ha permesso di velocizzare e ottimizzare i tempi per la pulizia del fondale, documentazione, e scavo, garantendo la sicurezza degli operatori anche attraverso l’utilizzo delle attrezzature necessarie. A seguito della raccolta di teli e rifiuti accumulati sul fondale si è proceduto ad asportare il limo di superficie in alcune zone, mettendo in luce la superficie antica ancora conservata da mantenere quanto più possibile pulita in vista dell’apertura ai visitatori”.

“Una parte dello strato più superficiale è stato asportato anche tramite l’utilizzo di una sorbona a bassa potenza, per evidenziare meglio il vasellame ancora conservato e le travi in legno relative alle strutture crollate nel corso del IX sec. a.C. – prosegue la Soprintendenza – Come in altre aree dell’insediamento sommerso, tra i resti delle antiche abitazioni sono presenti numerosi reperti in metallo, tra cui anellini, elementi per la filatura, aghi, che sono stati raccolti per quadranti e messi in sicurezza, così da scongiurare eventuali azioni clandestine, contribuendo così alla salvaguardia di uno dei contesti della prima età del Ferro meglio conservati in Italia. L’assistenza in superficie è stata garantita anche grazie all’ausilio della motovedetta dei Carabinieri della Stazione di Bolsena”.

Il futuro del sito: turismo archeologico e tutela

Le attività di ricerca e mappatura del sito non si limitano alla pura indagine scientifica, ma mirano a un obiettivo ambizioso: rendere il Gran Carro accessibile al pubblico. A breve, il percorso archeologico subacqueo verrà ufficialmente inaugurato, permettendo a subacquei, appassionati e curiosi di ammirare il sito in tutta la sua bellezza.

Chiunque vorrà esplorare questa straordinaria testimonianza del passato potrà farlo in snorkeling o a bordo di barche con fondo trasparente, godendo di una vista privilegiata sull’antico insediamento.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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