Archeologia. Scoperta. Dal prato spunta un uccello eterno. Cosa rappresenta? Di che materiale è fatto? Un oggetto di più di mille anni. A cosa serviva? Rispondono gli archeologi

Il significato di questo splendido oggetto non è scontato. E’ carico di spiritualità, ricco di intrecci formali che lo connettono con la grande oreficeria nordica, longobarda e franca. Nel fervore creativo e spirituale dell’Alto Medioevo, l’immaginario legato ai volatili occupava un posto d’onore, fondendo arte, artigianato e religiosità in simboli carichi di significati. Notevole impressione ha suscitato la scoperta di una spilla medievale, legata a un simbolismo rituale, rinvenuta a Debenham (nel distretto di Mid Suffolk, Suffolk). Si tratta di un possibile montaggio decorativo o spilla ornamentale, databile tra il IX e l’XI secolo, realizzato in lega di rame e impreziosito da una raffinata doratura.


Descrizione del reperto e dati tecnici

Il reperto si presenta sotto forma di un uccello stilizzato, raffigurato in profilo con lo sguardo rivolto verso destra. Le sue caratteristiche salienti includono:

  • Iconografia e forma:
    • Un corpo eretto con petto rotondo e gonfio, da cui si snoda un collo sottile e allungato, culminante in una piccola testa ovale.
    • Il becco, appuntito e orientato verso il basso, è accompagnato da una piccola proiezione triangolare sulla sommità della testa, che potrebbe rappresentare l’estensione del piumaggio presente in alcuni volatili, come i fagiani, La testa del volatile potrebbe anche essere assimilata al martello di Thor, il dio del tuono, secondo la mitologia germanica e scandinava.
    • La coda a ventaglio è impreziosita da un motivo a “S” rovesciata, anche se in parte eroso dal tempo, mentre il dorso e il collo presentano scanalature e righe trasversali che testimoniano l’accurata lavorazione artigianale. La coda potrebbe richiamare una faretra per le frecce.
    • Un’ala sottile, con un’estremità bulbosa e orientata diagonalmente all’indietro, arricchisce ulteriormente la composizione.
  • Materiali e costruzione:
    • Materiale principale: Lega di rame, con la parte anteriore dorata per accentuare i dettagli decorativi.
    • Tecniche costruttive: Tracce residue di saldatura sono visibili sul retro, suggerendo che l’oggetto potesse essere montato su un supporto più ampio oppure integrato in una spilla con dispositivi di attacco saldati, anziché scolpiti in un’unica unità.
  • Dimensioni e Stato di Conservazione:
    • Lunghezza: 37,87 mm
    • Larghezza: 21,87 mm
    • Spessore: 4,05 mm
    • Peso: 6,60 g
    • Le estremità inferiori, probabilmente intese come “zampe” o punti di fissaggio, risultano mancanti a seguito di un’usura dovuta a una rottura pregressa.

Uccelli nell’immaginario medievale e nella religione cristiana

L’uccello, figura ricorrente nell’arte e nella simbologia del Medioevo, rappresentava la connessione tra il mondo terreno e quello celeste. Nella tradizione cristiana, ad esempio, la colomba è emblematica dello Spirito Santo e della pace, mentre altre specie venivano interpretate come simboli di rinascita, libertà e protezione.

Il reperto SF-6D616B, con la sua forma elegante e dinamica, potrebbe richiamare l’immagine di un fagiano – noto per il suo piumaggio colorato e la sua presenza nei banchetti aristocratici – oppure quella di un uccello migratore, simbolo di viaggio e transitorietà. Quest’ultima ipotesi si collega all’idea di un passaggio, un transito tra culture e credenze, in un’epoca di intensi scambi culturali e politici. Sempre costante appare il legame dei volatili, nella religione medievale, con la fenice che risorge dalle proprie ceneri, che diviene simbolica allusione a Cristo risorto e alla vittoria sulla morte


Uccelli nelle cultura longobarda e germanica

Nel contesto longobardo, l’immaginario legato agli uccelli si intrecciava con il concetto di regalità e potere. Le decorazioni su oggetti preziosi e gioielli spesso includevano raffigurazioni di uccelli, intesi a simboleggiare la nobiltà e la forza, nonché a richiamare tradizioni antiche e mitologiche. La “Chioccia con i pulcini” è un pregevole esempio di oreficeria longobarda, risalente al V o al VI secolo e attualmente custodito nel Museo del Tesoro del Duomo di Monza.

Opera
Questo capolavoro rappresenta una gallina insieme a sette pulcini intenti a beccare, realizzati in argento dorato e impreziositi da rubini e zaffiri. È probabile che la chioccia, elemento centrale dell’opera, sia stata creata in un periodo anteriore rispetto ai pulcini, i quali furono invece ottenuti tramite fusione. Di particolare rilievo è l’occhio sinistro della gallina, formato da una gemma romana del I secolo a.C. che raffigura la figura di un guerriero.

Origine
Secondo la tradizione, quest’opera sarebbe appartenuta alla regina Teodolinda e rinvenuta nella sua sepoltura originaria. Inoltre, tra i Bavari – popolazione germanica dell’odierna Baviera, da cui proveniva la regina – l’immagine della chioccia era simbolo del rinnovarsi della vita.

Da notare, inoltre, che l’iconografia della gallina è stata ripresa e scolpita sulla lunetta del portale del Duomo di Monza.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa