[V]i sono luoghi che superano le barriere del tempo, rimanendo cristallizzati in una dimensione mitica. E’ il caso del caffè di place du Forum ad Arles, raffigurato da Van Gogh in una tela del settembre 1888 ed oggi ancora immutato nei suoi aspetti essenziali, come testimonia la recente fotografia che mostriamo qui.
Certo, è possibile che le stelle non brillino in cielo per noi con la medesima visionaria intensità che l’artista percepiva e che aveva saputo profondere nel dipinto, ma la terrazza del locale, le vie anguste e gli edifici circostanti, persino i tavolini disposti come allora su tre file rispecchiano fedelmente la scena tramandataci da Vincent. Anche le lanterne, pure se alimentate adesso dalla fredda luce elettrica, sembrano le stesse.
Ad interessare Van Gogh era l’atmosfera, riverberata dalla propria interiorità convulsa. Nel quadro che immortala il caffè di place du Forum – a differenza di molte opere che ad un tema analogo avevano dedicato, ad esempio, gli impressionisti – è l’ambiente l’attore principale, mentre alle persone è riservato un ruolo di secondo piano. Camerieri ed avventori compaiono in scena da lontano, con contorni quasi indistinti. Ciò che li rende, vien da pensare, non poi troppo diversi da quelli che oggi, in questo XXI secolo, amano ancora sedersi ad ordinare qualcosa, cercando di respirare almeno un poco della magia sospesa e vibrante che aveva incantato il grande e sfortunato pittore. Tutto, in questo quadro, è pace. La presenze umane sono distanti e discrete. Un dolce brusio.