Leggiamo in continuità i dipinti con soggetto amoroso nella domus di Federico II realizzata da Giulio Romano. Dai rapporti sessuali con Isabella Boschetti alle difficoltà con la madre, Isabella d’Este, che deprecava l’unione scandalosa, alle dichiarazioni di fedeltà eterna, passando per la nascita del figlio Alessandro. Fino a giungere all’omicidio con il quale il marchese aveva eliminato il marito dell’adorata compagna: confessione e assoluzione che appaiono nella loggia di Davide
La solennità del momento, l’enfasi sfrenata dei quadrupedi lanciati in una corsa senza limiti, pronti a precipitarsi su un’umanità peccatrice e stolta, dimentica della Parola di Dio, la sete di sangue... Una cupa visione millenaristica, che risente di una configurazione tipicamente tedesca: qui viene rappresentato il crollo del mondo minato dal vizio, ma soprattutto la vittoria definitiva del Bene sul male. Un’osservazione che troveremo, con gli stessi termini corruschi, nella predicazione di Lutero.
Poste al limite del bosco del sogno, senza segni di consunzione, candide dal peccato della quotidianità, le eroine di Lorella Facchetti svettano dalle piane ordinarie e si manifestano in un attimo come frutti di una visione che orienta. Invitano a lasciare ciò che di ordinario impedisce alla vita di pulsare in direzione di ciò che appare improbabile, ma esiste; di ciò che appare impossibile, ma che è soltanto tale - impossibile - per l'incapacità di ogni singolo di scommettere su un livello di esistenza più alto, in cui materia e spirito si fondono.
Morto il padre (1577) e trascorsa l’infanzia a Caravaggio – dove forse si formò in una scuola civica o parrocchiale - Michelangelo tornò a Milano tra il 1583 e il 1584, a un’età compresa tra i dodici e i tredici anni. Lucia, forse consultandosi con il proprio padre, Gian Giacomo, che sarebbe morto di lì a poco, aveva scelto per il ragazzino la formazione artistica, non optando – come accadeva spesso – per un semplice rapporto di apprendistato, ma ponendo il figlio nella condizione di alunno, per il quale fu pagata una retta particolarmente elevata. Con l’intenzione di offrire all’adolescente le migliori possibilità formative era stato scelto, come maestro, colui il quale, in quanto sedicente allievo di Tiziano, si mostrava in grado di trasferire le migliori novità che giungevano dalla più aggiornata capitale veneta.
Gretchen Mol (Deep River, 8 novembre 1972) ha interpretato con grande intensità la figura dell'attrice e pin-up Bettie Page che rappresentò, negli anni Cinquanta, la libertà, la gioia e l'infrazione nell'ambito della sensualità. Nonostante una differenza fisica - Bettie Page, figlia del proprio tempo, aveva i fianchi molto espansi e la vita molto stretta, come, tendenzialmente le ragazze di quella generazione, mentre Gretchen è più sottile e flessuosa - la sovrapposizione tra le due immagini seduttive fu molto intensa. Gretchen, nel film La vita scandalosa di Bettie Page (2005), restituì, come i fotogrammi e il breve spezzone dimostrano, la naturale, sorgiva spudoratezza dell'icona novecentesca che passò dalla immagini di nudo - particolarmente spinte, in quell'epoca, perchè evocavano un orizzonte di normalità, lontano dall'idea del peccato professionistico e scontato della prostituzione - all'impegno in organizzazioni cristiane conservatrici
Certo, quel funerale risulta determinante per la formazione di Lucian. Il pesante trucco utilizzato per dissimulare i segni della morte dal volto del defunto, quasi “una parodia del ritratto pittorico”, colpisce con forza la sua immaginazione. Freud comincia a distorcere, ad aggredire la figura umana: l’indagine psicologica si sostituisce alla pura descrizione dei personaggi, rappresentati nel loro decadimento fisico
Dalla pittrice e conduttrice televisiva, Lisa della Noce, all'americano Vincent Castglia che ottiene effetti sorprendenti nell'ambito della pittura figurativa. L'articolo e i filmati. Naturalmente tutto inizia con un prelievo o, per Vincent, con un salasso
Marco Ricci (1676-1730), vedutista e paesaggista, è giustamente ritenuto un estroso innovatore dell'arte veneta, precursore di Canaletto - che ne interiorizzò la poetica con soluzioni inizialmente analoghe - e di Francesco Guardi, che giunse persino a ricalcarne le immagini. Ma la storia insegna che sovente la genialità ha il retrogusto amaro della sregolatezza. Le fonti offrono un quadro piuttosto fosco del carattere , come attesta il ricordo di Temanza: "In sul bollor degli anni suoi era uomo rissoso e dato alla cattiva vita, nè si vergognava di frammischiarsi nella taverna alla vile plebaglia". E la sua carriera fu certamente segnata dall'irascibilità
I disturbi mentali di cui soffriva l’artista olandese - secondo la teoria del filosofo e psichiatra tedesco Karl Jasper - avrebbero funzionato da catalizzatore nel determinare la sua immensa sensibilità pittorica
Quando i grandi pittori raccontano la moda. Nel ’400 tramonta il Gotico fiorito, contrassegnato da abiti di lussureggiante ricchezza ornamentale, e si afferma la tendenza a vestire all’insegna di un’armoniosa sobrietà. La parola d’ordine è: bando a ciò che contrasta con la forma naturale. Piero della Francesca è il cronista-testimone di questo snodo cruciale della storia del costume