"Mio nonno è stato un pittore geniale, ma, al contempo, un uomo assolutamente anaffetivo. E' vero, come a molti dei miei cugini, mi ha lasciato una cospicua eredità. Eppure mi sono sempre sentita sola, abbandonata, un'orfana senza alcun legame con l'ingombrante nonno''. E' quanto ha rivelato in un'intervista al settimanale francese 'Point de vue' Marina Picasso, nipote del celebre pittore, dopo la vendita all'asta di una parte dell'ingente patrimonio che Pablo le ha lasciato in eredità
Negli anni Cinquanta, Elisa Semiramide, riceveva a Villa Usignolo, a Sarezzo, in provincia di Brescia, celebri personaggi, a cui leggeva la mano. Tra i suoi ospiti, il pittore milanese che Sassu considerava uno dei più significativi intellettuali del tempo.Leonida Rèpaci ne ricorderà il viso “scavato, magrissimo, freddo, sbarbato, demoniaco”. Trascorre notti insonni a disegnare, inseguendo - lo scrive il pittore stesso - “con la matita pura e rapidissima come il fulmine gli animali, le pietre, le piante e finalmente il misterioso e perfetto essere vivente in continua evoluzione: l’uomo, il diamante intellettuale della materia”
Il legame di amicizia tra il filosofo e il pittore risale alla fine degli anni Cinquanta. Il rapporto si sviluppa attorno al film I sequestrati d’Altona. De Sica trae infatti ispirazione dall’omonimo dramma sartriano, storia del figlio di un potente industriale tedesco che, durante la guerra, non aveva esitato a diventare un torturatore. Tornato a casa - e gravato dall’incubo della punizione e dal contrasto fra il suo fanatismo distruttore e la rapida rinascita del suo Paese -, era stato indotto a rinchiudersi in volontaria prigionia nella villa di famiglia, avvicinato solo da una sorella cui lo legavano torbidi rapporti
Il racconto onirico narra di una flessuosa ballerina che cerca il grande amore. Ma tutto, in questo viaggio, si deforma e soprattutto l'ideale si scontra con l'incubo dei meccanismi sottesi alla realtà che le rivelano impossibile lo spazio del sogno radioso. Hench produsse un piccolo test d'animazione della durata di circa 18 secondi, nella speranza di un futuro recupero del progetto, che avvenne molti anni dopo, nel 1999, a cura di Roy Edward Disney
Non ci sono dubbi: Ray Caesar, artista londinese nato nel 1958, è un uomo del mistero. Di lui non si sa molto, persino la sua biografia è il risultato di bizzarri racconti fantastici, a cominciare dalle fotografie dell’album di famiglia diffuse nel suo sito internet, che lo ritraggono, da bambino come da adulto, con la testa di un cane. Stando alle sue parole, si sarebbe appassionato di pittura prestissimo, dipingendo su tutti i muri di ogni stanza della sua abitazione, rendendosi però conto, al tempo stesso, che “sfortunatamente i disegni continuavano ad essere qualcosa di atipico ed aberrante e quindi non adatto per essere visto da un pubblico”.
La tavola viene preparata con due strati di lino; negli interstizi sono stati trovati fogli di pergamena che avevano la funzione di chiudere le fessure, di ammortizzare il legno e di livellare la superficie prima di inserire lo strato di gesso. Tracciato il disegno (a carboncino o con un sottile pennello) e incisa la linea di confine fra figura e doratura, viene applicato sulla cornice scolpita (che è autentica) l’oro a foglie, successivamente punzonato e brunito. A questo punto l’artista costruisce la figura: gambe, braccia e panneggi sono resi attraverso larghe pennellate, echi forse della lunga pratica ad affresco da Assisi a Padova, mentre visi e ventre sono eseguiti con pennellate più sottili e corpose
Freud dipinse spesso più che le celebrità (anche se ha fatto non poco parlare di sé il ritratto della modella Kate Moss nuda e gravida, aggiudicato all’asta per un valore di 5,8 milioni di euro), le persone che lo circondavano. A tal proposito sono numerosi i ritratti della madre dell'artista realizzati in seguito alla morte del marito, avvenuta nel 1970. La donna, infatti, a causa del lutto aveva tentato il suicidio, ed il figlio aveva preso l’abitudine di portarla nel suo appartamento e di farla posare per i dipinti. Un appuntamento che si ripeté per una quindicina d’anni, colta mentre legge o giace sul letto abbandonata ad un lento declino
La mostra a Roma fino al 4 settembre 2016, espone oltre 110 opere che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca
Stile Arte ha intervistato la finalista del Premio Nocivelli '15: "Avevo bisogno di un supporto che fosse in grado di trasmettere con
naturalezza quel legame diretto e vero che si crea tra le persone e
la natura, tra il Soggetto e lo sfondo.
Ciò che cercavo l'ho trovato nell'Acetato (PET), il Medium d'espressione trasparente che ora utilizzo nelle mie opere.
Procedo per strade diferenti, che mi conducono sempre verso lo stesso fine,
Mi servo infatti di più mezzi d'espressione (Performance- sculture ed istallazioni) per mettere in luce gli aspetti riguardanti questa mia nuova visione della realtà. Una ricerca incentrata esclusivamente sulla volontà di “Svelare l'Invisibile”
La “pittoricità” di Visconti non si trova solo nel contesto stilistico dei film, ma anche, come elemento critico, nelle citazioni dirette di quadri famosi. In Rocco e i suoi fratelli (1960) sorprende una serie di riproduzioni di pitture del Rinascimento, non motivate dalla trama, passate sullo schermo di un televisore per “accusare la differenza tra la realtà dell’arte e la degradazione della vita”