La grande libertà e la gioia di dipingere en plein air. Un sentore d'estate. Il fiume. La barca con tendalino. E attorno l'azzurro dell'acqua e il verde delle rive. Claudia Bonera ha ripercorso questo attimo estatico che Manet dedica a Monet, attraverso un raffinato e semplice dolce impressionista
È da questo armonioso equilibrio visivo sospeso tra arte e vita, un complesso unitario omogeneo e solidale, che nasce l’incanto dei ritratti fotografici dell'artista molisana: attente fisionomie di composizioni , matrici di ordine estetico e contenuti di equilbrio formale da cui si dipana una ricerca artistica a ridosso di uno spazio in cui invenzione artistica e vita reale si intersecano fino a confondersi. Ogni immagine si perde in atmosfere suggestive, un'estetica che muove i suoi passi tra suggestioni spaziali e momenti di riflessione psicologica.
Figlia di un birraio, moglie di un collega pittore, Judith Jans Leyster (1609-1660), olandese, ha cantato le gioie della famiglia e delle vita, lavorando soprattutto, pertanto, su interni, con una pittura tematicamente serena, tra ritratti, scenette di genere e nature morte. L'artista olandese ha operato con assiduità nel periodo compreso tra il 1629 e il 1635, cioè fino al matrimonio, celebrato l'anno successivo con Leyster Jan Miense Molenaer, un pittore che produceva ritratti e scene di genere
A Palazzo Sarcinelli, Conegliano (Tv), dal 20 febbraio al 5 giugno 2016, la prima mostra interamente dedicata ai Vivarini, la famiglia di artisti veneziani, che tra il Quattrocento e il Cinquecento a Venezia si contende il primato con la celebre bottega del Bellini.
A Palazzo Sarcinelli, Conegliano (Tv), dal 20 febbraio al 5 giugno 2016, la prima mostra interamente dedicata ai Vivarini, la famiglia di artisti veneziani, che tra il Quattrocento e il Cinquecento a Venezia si contende il primato con la celebre bottega del Bellini.
E' reale - e osservando la sua pittura estremamente sintetica sembrerebbe un aspetto leggendario della sua attività - la necessità che Matisse aveva di lavorare con modelle e modelli per la propria attività pittorica. Anzi. Possiamo dire che egli era più assillante e noioso, nei tempi di posa e nello scrupolo che egli poneva a "guardare dal vero", di un autentico ritrattista. Eppure se osserviamo le immagini che egli ricava dai soggetti notiamo una semplificazione estrema all'interno della quale il principio di individualità del modello stesso si perde nell'universalità. Eppure Matisse non poteva rinunciare a questo contatto
Fu garzone di Michelangelo Merisi e, da bambino, aveva posato per il più scandaloso di tutti i quadri dipinti dal maestro. Poi, Cecco del Caravaggio divenne a sua volta artista di vaglia, allievo prediletto del grande lombardo. Prima di scomparire nel nulla, forse a Napoli, la città dalla quale il suo maestro era ripartito per raggiungere Roma, in quello che sarenne stato il viaggio della morte
LA MOSTRA | A Palazzo Strozzi, Firenze, la rassegna propone una suggestiva riflessione sul rapporto tra arte e sacro attraverso i capolavori di celebri artisti italiani e internazionali, tra cui: Domenico Morelli, Gaetano Previati, Felice Casorati, Lorenzo Viani, Gino Severini, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova, Vincent van Gogh, Jean-François Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernst, Georges Rouault, Henri Matisse
Dapprincipio , i re Magi erano effigiati tutti e tre con la pelle bianca. A partire dal XII secolo, però, furono “delegati” a rappresentare le tre parti del mondo allora conosciute, venute a rendere omaggio al Bambino. Fu così che Giovanni Hildesheim nella sua Historia trium regum (scritta tra il 1338 e il 1375) “scurì” uno dei sapienti, Gaspare, facendone “l’Etiope nero”. Una “deviazione” eccezionale rispetto alla regola, in quanto il nero era considerato il “colore del demonio”
Tra tutte le trasformazioni del paesaggio, la neve è la più repentina e meravigliosa: essa agisce su un paesaggio modificandone profondamente la consistenza e la luminosità, raccoglie e riflette la luce dal basso verso le superfici ammorbidendo le ombre ed i contrasti. Per un pittore come Sisley, così affascinato dalle variazioni cromatiche della luce al tramonto o, al contrario, dal grigiore imposto dalle spesse coltri di nubi da neve, il fenomeno metereologico ha rappresentato, in più di una circostanza, l’occasione di realizzare vedute innevate molto differenti tra loro.