Figura emblematica nella storia dell'urbanistica e dell'architettura, splendido autodidatta che rivoluzionò forme e modalità costruttive condizionando l'immagine del Novecento, Le Courbusier legò il suo nome a Marsiglia per la realizzazione della Città radiosa. Grande mostra al porto della città francese
Stile Arte intervista la finalista del premio Nocivelli '15."Acherontia Atropos” fa parte della serie “Nightmares” composta da autoritratti.
Ci sono paure profonde nella mente di ognuno di noi. Incubi ricorrenti, pensieri deviati, immagini che tormentano. L’unico modo per liberarsene è accoglierli. E per me, in particolare, ritirarli. Le mie paure immortalate possono così lasciarmi di nuovo libera, aiutandomi inoltre in un lento e graduale percorso di autoaccettazione. Nell’opera presentata al Premio Nocivelli il corpo nudo, spogliato da ogni sua forma di civiltà, diviene luogo freddo e spento, sommerso da insetti e sovrastato da colei, l' Acherontia Atropos, che meglio incarna la paura che ognuno, prima o poi, si ritrova ad affrontare: la paura di morire, convogliando un senso di disgusto e ribrezzo, ricordando "Il silenzio degli Innocenti", in un atmosfera tetra, cupa e fredda
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Fu, soprattutto, intenso interprete di soggetti religiosi, ma dipinse anche nature morte o, animali simbolici, come l'Agnus Dei, che rappresenta il sacrificio di Cristo. La sua pittura si caratterizza per la ieraticità dei personaggi, per il netto e tagliente contrasto tra luce ed ombra, per la monumentale compostezza dei suoi personaggi che paiono ritagliati nel nulla. Dopo un periodo di successo, il suo talento fu offuscato - anche per un progressivo mutamento del gusto, da parte del pubblico, e per il prevalere, nella Chiesa, di un orientamento più sentimentale nei confronti della narrazione pittorica - da quello di Murillo. Zurbarán morì in povertà, dimenticato, nel 1664, a Madrid.
Il sonno eterno, la dolcezza del volto composto, l'eleganza del monumento funebre che rinvia a quello dei regnanti francesi, in Saint Denis, conferiscono alla struttura marmorea lucchese una connotazione di dolce santità del quotidiano. Ecco perché questa giovane donna è oggetto di una venerazione che va al di là dei pur alti canoni estetici. E' il rapporto della giovinezza con la morte. E Ilaria, morta giovane si rivela cara agli dei, rapita da un ordine superiore che permette di cantare la bellezza della figura umana
Lo studio di tracciati, nei quali prevalgono i cerchi concentrici o le spirali di matrice preistorica consentono all'artista di produrre opere d'arte primordiali che possono essere percepite, in tutta la loro compiutezza, soltanto dal cielo o da una cima
Vecchi mobili crescono a dismisura sulle gambe ondeggianti. Una visione onirica, tra Dalì, Gulliver e lillipuziani. L'intervista al giovane autore lombardo, molto apprezzato nei Paesi nordici ma ancora poco conosciuto in Italia. La poetica del legno e l'anima delle cose
Clara Rockmore nata Reisenberg (Vilnius, 9 marzo 1911 – New York, 10 maggio 1998) è stata una musicista lituana, considerata la maggior thereminista della storia.Clara Rockmore. A lei è dedicato il doddle di Google del 9 marzo 2016. Il theremin è uno strumento musicale elettronico, il più antico conosciuto che non preveda il contatto fisico dell'esecutore con lo strumento. Fu inventato nel 1919 dal fisico sovietico Lev Sergeevič Termen (noto in Occidente come Léon Theremin o Theremine) e si basa su oscillatori che, lavorando in isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producono, per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d'onda, dei suoni sul principio fisico del battimento, questa volta nel campo delle frequenze udibili
Fu una figura femminile emblematica, soprattutto nel decennio compreso tra il 1950 e il 1960, una stella mondiale, la musa dei più grandi artisti del tempo, la risposta europea a Marilyn Monroe. Emblema della emancipazione femminile, nei film interpretò ruoli molto diversi, dalla donna-bambina alla femme fatale.Fu diretta dai più grandi registi, interpretando i personaggi con elegante leggerezza e sensualità, aiutata, certamente, da un'immagine particolarmente fotogenica
Tale rimembranza non può non affidare a sensazioni e stati d’animo un’ambivalente dimensione poetica: da un lato il ridimensionamento di Luisa Spagnoli (1877-1935) la leggendaria imprenditrice nota soprattutto per l'ideazione del Bacio Perugina, e dall’altro il recupero, quasi cento anni dopo, da parte della pronipote, non solo di antiche ricette rigorosamente artigianali tramandate nella segretezza dei magici ingredienti di «Nonna Luisa», ma anche di reminiscenze di un momento storico che – soprattutto grazie alla mini fiction realizzata a Febbraio da Rai Uno - nasce a ridosso di uno spazio in cui il ruolo dell’emancipazione femminile, a partire dagli albori dell'ideologia sansimonista, aveva iniziato a divulgare le sue idee sfidando codici del «destino femminile» circoscritto nei rigidi confini dei ruoli stabiliti di «madre, moglie, amante».