Redazione

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

Tante ossa umane di 2mila anni fa nell’acqua, sotto il ponte. Team di studiosi analizza i resti per stabilire cosa è successo. I risultati

Era stato precedentemente suggerito che il sito potesse essere stato oggetto di un'inondazione improvvisa o fosse un luogo di sacrifici umani. I ricercatori hanno determinato che le ossa ben conservate rappresentano almeno 20 persone, tra cui 17 adulti, 15 dei quali sembrano essere stati giovani uomini; una ragazza; e due bambini piccoli.

Assemblano le ossa di un dinosauro e si accorgono che è un esemplare meraviglioso e mai visto. Lo studio

Loewen e Sertich, coautori principali dello studio su PeerJ, hanno chiamato la nuova specie Lokiceratops (lo-Kee-sare-a-tops) rangiformis (ran-ɡi-FOHR-mees) a causa delle insolite corna a forma di lama curva sulla parte posteriore del collare – lo scudo osseo nella parte posteriore del cranio – e delle corna asimmetriche al culmine del collare, che ricordano le corna del caribù.

Si calano in un meandro sotterraneo di Agrigento. Un chilometro scavato nel IV secolo a. C. Trovano scritte e date graffite

Il Gruppo Speleologico Dauno sta conducendo in queste ore complessi sopralluoghi e ricerche storico-scientifiche sull’ipogeo di Bonamorone, un'opera idraulica risalente al IV-V secolo a.C., situata nel comune di Agrigento, che alimenta l'omonima fontana. L'antichissimo acquedotto si estende per circa un chilometro di gallerie, per poi collegarsi ad altri complessi ipogei presenti nello stesso territorio

“Ricordi sbocciavan le viole…” – La musica di De Andrè fu scritta 200 anni prima da Telemann. Ascolta

Uno dei brani più intensi firmati da De André, “La canzone dell’amore perduto” (1966) trae una profonda e sorprendente ispirazione musicale nell'Adagio del “Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo” di Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14 marzo 1681 – Amburgo, 25 giugno 1767). De Andrè recupera ampiamente la linea melodica di Telemann, mantenendo la presenza della tromba e sfrondando l'apparato decorativo del musicista settecentesco