Dino Formaggio, critico-artista – Se un pomeriggio d'autunno un viaggiatore
“Se lascio la macchina da scrivere per l’officina è perché mi chiamano strumenti di più palpabili possessi del vivente: carezzare di lime, abbracci di pinze e di morse e morsetti, fiamme esaltanti di saldatrici, musiche di incudini e di martelli, lastre, ritagli residuali delle messe in opera di nuove grondaie, che ora attendono la loro rinascita metamorfica dalle mani pensanti”