La mostra riunisce, per la prima volta, circa 20 opere autografe, delle non oltre 25 che compongono il catalogo di Cecco. Altri dipinti raccontano il nucleo da cui partì - fu illuminato da Savoldo -, i compagni di strada e i pittori che lo guardarono con interesse. Il delirio dei sensi, il peccato.
Lo scavo dell'area proseguirà in autunno. Probabilmente non ci sono più tesori d'argento da trovare, ma durante le indagini di questa primavera, è stato stabilito che entrambi i tesori d'argento erano originariamente sepolti all'interno o molto vicino ad edifici, poi scomparsi.
I lavori di Erlich sono frutto di una ricerca artistica profonda e concettuale, che gioca con i paradossi della percezione e che ha già raggiunto milioni di visitatori nel mondo: 600.000 a Tokyo e 300.000 a Buenos Aires, ovunque il pubblico è accorso alle sue mostre, caratterizzate da installazioni site specific molto complesse da realizzare e quindi molto rare
A breve potranno iniziare scavi e verifiche, anche a livello della canaletta che corre a metà della stanza. Una ricerca sarà condotta pure a livello dei muri che, originariamente, dovevano essere anch'essi coperti da lastre di marmo
Il sito coprirebbe un periodo compreso tra il I e il III secolo d. C. La necropoli sorgeva all'esterno di una struttura religiosa, "forse un Pantheon all'aperto" dicono gli archeologi
Sui 1000 casi presi in esame è stato possibile stabilire le cause di morte per 57 individui. In ben 45 casi, i corpi o i resti presentano segni di violenza. Sacrifici ed esecuzioni capitali. La presenza di elementi rituali
I lavori più rappresentativi e 200 opere in totale. Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation, Maurits e In Your Event, ed è curata da Federico Giudiceandrea - uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
Marta è uscita alle 15 per andare a lezione di canto, senza portare con sé il cellulare, e non era più rientrata a casa, a Bovezzo, paese alle porte di Brescia
"Le 50 tombe ad inumazione che abbiamo trovato e studiato - dicono gli archeologi dell'Inrap - sono datate al II secolo. La loro densità è piuttosto elevata e sono state osservate molte sovrapposizioni. Nessuna incinerazione è stata rilevata sebbene sia un periodo dell'antichità in cui inumazione e incinerazione coesistono. Gli individui qui sepolti sono maschi e femmine adulti ma anche bambini e ragazzi, come ci si potrebbe aspettare in una grande necropoli".
L'indagine geofisica aiuterà a comprendere e proteggere meglio il Vallo Antonino. Fino a 41 fortezze possono aver fiancheggiato il muro quando è stato costruito. Questa scoperta segna il decimo forte conosciuto e dimostra che c'è ancora molto da scoprire su questa importante struttura romana e sulle sue funzioni anche dopo secoli di indagini.