Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Al Maga di Gallarate due mostre dedicate al linguaggio del colore

Due specifici approfondimenti si articolano attraverso gli spazi del museo, mettendo in luce alcuni episodi fondamentali della storia dell’arte italiana dal secondo Novecento a oggi. Il primo è riservato al rapporto tra astrazione geometrica e progettazione, dal Movimento Arte Concreta al design di anni cinquanta e sessanta, con opere di Soldati, Prampolini, Munari e oggetti di design di Campi, Magistretti e Sottsass

Acqua, terra, fuoco. L’architettura industriale nel Veneto del Rinascimento. La mostra

La mostra indaga lo straordinario sviluppo industriale che trasformò campagne e colline del Veneto in sede di efficientissime manifatture che non avevano pari nel mondo dell’epoca. Una potentissima Silicon Valley localizzata in aree periferiche, ai piedi delle colline dell’alto vicentino e trevigiano, soprattutto. Qui scorrevano con impeto le acque che offrivano la forza motrice, qui venivano trattate le materie prime che, plasmate con il fuoco e la stessa acqua si trasformavano in prodotti innovativi, richiestissimi sui mercati della Serenissima e di tutta Europa

Un’alga giapponese per restaurare uno dei “Sacchi” di Burri. L’opera in mostra dopo l’intervento

La delicata e appassionata operazione di enorme complessità, che ha richiesto oltre due anni di lavoro, realizzata con innovative tecniche green di biorestauro, costituisce il cuore del progetto espositivo e consentirà di approfondire attraverso video, materiali didattici e interventi di esperti, alcuni degli aspetti fondamentali della conservazione delle opere d’arte

Béance. Materia e immagine del desiderio. Apre oggi la mostra all’Arsenale di Iseo

Il titolo della mostra, Béance, richiama il tentativo del filosofo francese Jacques Lacan (Parigi 1901-1981) di interpretare e mettere a fuoco la dialettica del desiderio, ovvero la modalità con la quale ogni essere umano cerca, nell’età adulta, di reintegrare l’unità perduta con la madre, conseguente alla fuoriuscita dal corpo materno, colmando il “vuoto” (béance) che ne è scaturito attraverso l’individuazione di oggetti del desiderio che lo riconducono a quell’origine affettiva.