Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Scavi in un misterioso edificio etrusco. Recuperata statuetta bronzea di un uomo che tiene nella mano una coppa per offerte

Si è conclusa nei giorni scorsi la quarta campagna di scavo dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma a Vetulonia, nell'ambito dei resti di un misterioso edificio Durante le tre settimane di campagna è stata portata avanti l'indagine di un sito etrusco nei pressi di Vetulonia (Castiglione della Pescaia), nella Toscana meridionale. Il lavoro sul campo è stato condotto da Dr. Camilla Colombi (DAI Roma) e dalla dott.ssa Valerj Del Segato

Scavi per l’acquedotto di Palestrina portano alla scoperta di un monumentale sarcofago romano di pietra e di un tratto dell’antica via lastricata

Il sarcofago è costituito da una cassa monolitica e da un coperchio a doppio spiovente di tufo. Le superfici interne ed esterne del sarcofago e del coperchio palesano chiaramente i segni di lavorazione lasciati dagli scalpellini che la realizzarono. Lo stato di conservazione dei resti ossei è da considerarsi piuttosto scarso, verosimilmente a causa dell’elevato grado di acidità del terreno circostante. Le ossa di presentano ancora in discreta connessione anatomica, probabilmente per l’uso di un sudario di cui non sono state identificate tracce. Al momento, per tali rinvenimenti, è possibile ipotizzare una datazione alla prima/media età imperiale

Scavi di un pozzo. Trovati i resti di una “principessina” del Quattrocento con un ricco corredo

La temporalità del contesto è stata stabilita intorno al XV secolo, poiché lo stile ceramico di un vaso, un piatto e una coppia di ciotole è tardo azteco III (1400-1521 d.C.), il più raffinato in termini di manifattura dal regolare e le linee sottili della sua decorazione, supporti innovativi rispetto a pezzi di epoche precedenti e le sue pareti sottili.

Una Falera romana con testa di Medusa trovata ora durante gli scavi in una caserma di 2000 anni fa

Nei tempi più antichi di Roma le falere furono utilizzate come ricompense militari romane per gli ambasciatori esteri, specialmente di origine gallica. Erano utilizzate dagli Etruschi e furono introdotti a Roma dal quinto re, Tarquinio Prisco. Al tempo di Polibio, in età repubblicana, le decorazioni erano concesse al cavaliere che aveva portato le spoglie di un nemico, mentre in età imperiale, alla truppa, ovvero legionari e ausiliari (falerati) che si erano distinti in battaglia. Erano concesse anche collettivamente ad ali e coorti. Sui monumenti romani appaiono di solito nel numero di nove, unità geometricamente uniforme. In dosso ai soldati erano disposte su tre linee, legate con corregge ortogonali a formare un pettorale, indossato poi sulla corazza, in modo da essere agganciate. Le falere potevano essere anche sfoggiate sulle insegne.

Più di 2000 statuette e gioielli trovati dagli archeologi nel tempio delle donne in cui si pregavano Demetra e Persefone

Qui sono stati rinvenuti anche diversi vasi per sacre libagioni, prevalentemente di epoca romana, provenienti sia dall'interno del tempio, sia dai vari terrapieni all'interno di un edificio che sorgeva lì accanto o dai depositi sacri simili alle favisse romane, cioè buche entro il recinto sacro, nelle quali venivano collocati, dopo anni, gli ex voto, per far spazio ad altri oggetti di devozione che giungevano da altri fedeli.

L’occasione del giorno. Questo dipinto del XVII-XVIII all’asta on line. Offerte ferme a 8 euro

Un interessante dipinto che trae ispirazione del Correggio va in asta in queste ore sul sito internazionale Catawiki. L'opera rappresenta, in chiave simbolica, la carità, in forma di madre che accudisce ed allatta tre bambini. Il dipinto - che vedete in un particolare, nella foto sopra - proviene da una collezione britannica. L'opera, di scuola italiana, è datata a un periodo compreso tra Seicento e Settecento. Le offerte - nel momento in cui scriviamo - sono ferme a 8 euro. Per vedere le altre foto della tela, conoscerne il valore di stima, le dimensioni ecc potete CLICCARE QUI

Scoperta una necropoli antichissima nella caverna calabrese. La vicenda del nano aiutato da tutta la comunità

"Le novità, inattese, - spiega il professor Martini - riguardano le indagini in una piccola cavità adiacente alla grotta del Romito, che è stata utilizzata per molti secoli come luogo di sepoltura a partire dal Neolitico (in questi livelli archeologici sono in atto le indagini di questo mese) sino all'età del Bronzo. Sono stati recuperati i resti di numerosi individui che erano stati collocati in questo piccolo anfratto secondo un rito di sepoltura collettiva. I reperti umani saranno oggetto di studi multidisciplinari secondo le più moderne metodologie, compresi gli studi sul DNA. Lungo la medesima parete rocciosa è stato individuato un altro stanziamento preistorico che sarà oggetto di studio nei prossimi anni"