Bambina con cane in un piccolo mondo antico

Vincenzo Vela riceve l’incarico nel 1852 - Leopolda ha cinque anni – il ticinese tarda la consegna fino al 1854, volendo portare a termine anche le altre due opere avute in commissione dalla famiglia, l’Addolorata e il Monumento funebre di Maria Isimbardi d’Adda. La fanciulla viene colta dall’artista in un momento di svago e di spensieratezza, mentre gioca scherzosa con il suo cocker spaniel facendolo alzare su due zampe con la promessa di un biscotto che tiene stretto nella manina.

V. VELA, Ritratto di Leopoldina d'Adda, 1852-1854, marmo, cm 105 x 70 x 70, collezione privata
V. VELA, Ritratto di Leopoldina d’Adda, 1852-1854, marmo, cm 105 x 70 x 70, collezione privata


I giochi di una bimba, la contessina Leopoldina d’Adda, sono il soggetto di questo celeberrimo e fresco ritratto ambientato. Una seggiola, coperta da un manto panneggiato, dalle morbide frange, suggerisce il caldo spazio domestico in cui la fanciulla vive: una dimora nobiliare in cui i palpiti patrioti del padre Carlo echeggiano nell’aria accompagnati dal sole spagnolo che illumina i tratti principeschi della madre, Mariquita Falcò, fermata nel tempo dal pennello maestoso di Francesco Hayez. Vincenzo Vela riceve l’incarico nel 1852 – Leopolda ha cinque anni – il ticinese tarda la consegna fino al 1854, volendo portare a termine anche le altre due opere avute in commissione dalla famiglia, l’Addolorata e il Monumento funebre di Maria Isimbardi d’Adda.


La fanciulla viene colta dall’artista in un momento di svago e di spensieratezza, mentre gioca scherzosa con il suo cocker spaniel facendolo alzare su due zampe con la promessa di un biscotto che tiene stretto nella manina. Leopolda, in casa chiamata Ninina, appare vestita con abiti preziosi di cui è palpabile la consistenza materica dei tessuti: dal pizzo di Sangallo che orna la veste, al raso del nastro che stringe la vita e agli stessi bottoni sferici che tra la morbidezza delle stoffe rivendicano il loro duro materiale di realizzazione. Lo sguardo rivolto al suo piccolo compagno di gioco – vero pezzo di bravura dell’artista in linea con le sperimentazioni sulla natura e sugli animali degli artisti d’oltralpe e con le scelte dei fratelli Induno e di Lorenzo Vela – dichiara la dolce risolutezza della protagonista che poi, per i tristi giochi del destino, sarà l’unica erede del casato. Il tema affrontato da molti scultori del periodo come Benedetto Cacciatori, Giovanni Maria Benzoni e Carlo Marocchetti, appare risolto da Vela in modo magistrale sia per l’innata capacità dell’artista di plasmare la materia rendendola duttile e malleabile ai giochi chiaroscurali sia per la grande dinamicità che ha saputo imprimere all’insieme, riprendendo nella delicata figura le classiche regole chiastiche del contrapposto.
V.VELA, Ritratto di Leopoldina d'Adda, gesso, 1852-1854, Ligornetto, Museo Vela
V.VELA, Ritratto di Leopoldina d’Adda, gesso, 1852-1854, Ligornetto, Museo Vela

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